Teatro Historico di Velletri/Antichi Frammenti ritrovati in Velletri: differenze tra le versioni

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E nel Consolato <small>LXII</small>. essendo Consoli Marco Manilio, e Quinto Solpitio, per la medesima caggione di Peste si fece voto in Roma di fare un Tempio ad Appolline, qual fù poi dedicato da Caio Giulio Console, ''Aedes Apollini pro valetudine Populi vota est, etc. C. Iulius Consul Aedem Apollinis, absente Collega, sine sorte dedicavit'', così registra {{AutoreCitato|Tito Livio|Livio}}.
 
Per ritornare all'intento nostro, è da sapere, che quest'Urna è di Porfido rosso finissimo, alta poco meno di due palmi, d'un palmo quasi di larghezza, di forma colonnare, sottilmente lavorata, e con tanta maestria, ch'apporta maraviglia à chi la mira; ha un cordoncino ne gl'estremi, con il coperchio, e suo pometto, ch'incastra à pennello; lavoro per certo di tanta finezza, ch'il nostro Cittadino Silvio Calice nuovo inventore di simile artificio, e persona rara nel nostro Secolo, stima che quest'Urna non habbi prezzo, sicome non hà pare. Dentro vi erano carboni, ceneri, et ossa, non ancora totalmente consumate. Ed io hò tenuto nelle mani di quelle una mascella con denti piccoli, che dimostrano li pochi anni del Fanciullo sacrificato. Fuora del Vaso stavano due Ampolline dette Lagrimarole, di vetro, piene di sangue corrotto, e quasi impetrito (direi sia del sangue dell'istesso sacrificato Fanciullo). Furono ancora ritrovati dentro dell'Urna due Anelli d'oro finissimo, uno ben grosso di valore di sedici Scudi in circa, con una pietra detta Corniola, nella quale stà intagliato Appolline in piedi appoggiato ad una Colonna con la Cetra in mano. L'altro più piccolo, di valore di tre Scudi in circa, col rilievo della testa del Fanciullo sacrificato, con ricci, che dimostra esser stato di nobilissima Stirpe. E questo Vaso con tutte le suddette cose, stava sopra una Pietra, nella quale si leggono intagliate queste due parole, {{larger|APOLLINI SACRUM}}, segno evidentissimo, che questo sia stato un Sacrificio fatto ad Appolline. Vi è stata in oltre ritrovata una Lucerna di terra, con lettere, che dicono {{larger|COMMVNIS}}, che qualche significato in se racchiudono. Io non voglio stare à speculare il tempo di questo essecrando Sacrificio, perche la mia professione è di Religioso, e non d'Antiquario; mi persuado nulladimeno, che questo Fanciullo fosse figliolo d'Attio Tullo, di cui s'è fatta mentione di sopra, e che nel Cons. <small>XVII</small> An. <small>CCLII.</small> doppo la fondatione di Roma, quando per tutte le Città, e Terre de' Volsci, e particolarmente in Velletri, fù una crudelissima Peste, fosse dal proprio Padre sacrificato. E chi ben considerasse quel tanto, che dice Dionisio intorno al luogo dove morì Attio Tullo, et il luogo, dove è stato ritrovato questo Sacrificio cruento, direbbe di sicuro, che nell'istesso luogo il Padre restò da' Romani ucciso (almeno non molto distante) dove tre anni avanti sacrificato haveva il proprio figlio per salute del suo Regno, della Natione Volsca, e di questa Città Principale trà l'altre; come dimostra quella parola {{larger|COMMVNIS}}, nell'accennata Lucerna, ma in ciò mi riportò à maggior chiarezza. L'Urna la conserva trà le sue cose più care il suddetto Cavaliere, con altri frammenti di detta antichità, e gl'Anelli con l'Ampolline, si ritrovano appresso Filippo Filippi.
 
Un'altr'Urna sepolcrale di Marmo bianco come Alabastro, per esser trasparente, alta poco meno di tre palmi, col suo coperchio, che se bene è consumata dal tempo, nulladimeno dimostra essere stata piena delle Ceneri di qualche Personaggio principale, et illustre.
 
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