Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/394: differenze tra le versioni

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Genovesi sono alquanto instabili, ed io stesso ebbi a dichiararlo altrove: ma se vediamo differenze notevoli sopra moneto di epoca eguale e di metalli differenti, è pur vero tuttavia, che prendendo a studiare separatamente una sola specie massime quella del genovino, constatiamo una certa costanza di caratteri, che riesce di sicuro criterio alla classificazione cronologica relativa. Quando viene cambiato il tipo, si continua col nuovo senza interruzione fino a che venga sostituito un altro; così per la forma paleografica, messo in uso il semigotico, lo si continua ad adoperare finché venga adottata la forma moderna, ne si ritorna all’antico, e lo stesso dicasi degli ornamenti accessori.
Genovesi sono alquanto instabili, ed io stesso ebbi a dichiararlo altrove: ma se vediamo differenze notevoli sopra moneto di epoca eguale e di metalli differenti, è pur vero tuttavia, che prendendo a studiare separatamente una sola specie massime quella del genovino, constatiamo una certa costanza di caratteri, che riesce di sicuro criterio alla classificazione cronologica relativa. Quando viene cambiato il tipo, si continua col nuovo senza interruzione fino a che venga sostituito un altro; così per la forma paleografica, messo in uso il semigotico, lo si continua ad adoperare finché venga adottata la forma moderna, ne si ritorna all’antico, e lo stesso dicasi degli ornamenti accessori.


Infatti, dopo il semplicissimo tipo della ianva vediamo quello col crviTAS già adornato cogli archetti. A questo succede l’{{Sc|ianva q . devs protegat}} straccarico di abbellimenti. Oltre al solito cerchio di perline, evvi un secondo circolo formato da 8 archetti doppi con 8 rose nel concavo degli archetti stessi, 8 ornati trilobati allo punte ed 8 stellette poste agli angoli. Questo tipo continua inalterato fino al Tommaso Campofregoso Doge XXI cioè per circa un secolo e mezzo, coll’unica leggera variante in alcuni genovini di Carlo VI i quali hanno i gigli alle punte degli archetti. Durante il dogato del Doge XXI e probabilmente verso la fine, si semplifica questo tipo sopprimendo le rose nel concavo degli archi: 8 stelle prendono il posto degli ornati alle punte ed 8 anellini si sostituiscono alle stelle negli angoli. La leggenda si fa semigotica, ed ha principio quella strana desinenza del nome di Corrado colla X, che viene continuata in tutti i dogati seguenti fino a quello del Cardinale Doge XXXI inclusive.
Infatti, dopo il semplicissimo tipo della {{Sc|ianva}} vediamo quello col {{Sc|civitas}} già adornato cogli archetti. A questo succede l’{{Sc|ianva q . devs protegat}} straccarico di abbellimenti. Oltre al solito cerchio di perline, evvi un secondo circolo formato da 8 archetti doppi con 8 rose nel concavo degli archetti stessi, 8 ornati trilobati allo punte ed 8 stellette poste agli angoli. Questo tipo continua inalterato fino al Tommaso Campofregoso Doge XXI cioè per circa un secolo e mezzo, coll’unica leggera variante in alcuni genovini di Carlo VI i quali hanno i gigli alle punte degli archetti. Durante il dogato del Doge XXI e probabilmente verso la fine, si semplifica questo tipo sopprimendo le rose nel concavo degli archi: 8 stelle prendono il posto degli ornati alle punte ed 8 anellini si sostituiscono alle stelle negli angoli. La leggenda si fa semigotica, ed ha principio quella strana desinenza del nome di Corrado colla X, che viene continuata in tutti i dogati seguenti fino a quello del Cardinale Doge XXXI inclusive.


Se la forma generale del nuovo tipo iniziato dal {{Pt|Tom-|Tommaso}}{{SAL|394|3|Carlomorino}}
Se la forma generale del nuovo tipo iniziato dal {{Pt|Tom-|Tommaso}}