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«Vi prego di non mancare al mio invito, e ve ne sarò grato.
«Vi prego di non mancare al mio invito, e ve ne sarò grato.


«Siamo in ottanta; teniamoci in guardia che nessuno di noi sia malato in quel di.
«Siamo in ottanta; teniamoci in guardia che nessuno di noi sia malato in quel .


«Vi noto quale sarà l’orario; e vi saluto cordialmente.
«Vi noto quale sarà l’orario; e vi saluto cordialmente.


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''Vostro concittadino''
|''Vostro concittadino''<br/>

A. Rossi.»
A. Rossi.»
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Non è a dire se gl’invitati gradirono la cortese proposta.
Non è a dire se gl’invitati gradirono la cortese proposta.


E la mattina dei giorno 21, alle ore 10, si trovarono tutti ottanta nel tempio magnifico eretto dal Rossi nella nuova Schio, dove con una messa cantata da mons. Gaetano Rossi, fratello del festeggiato, ed accompagnata dall’orchestra degli operai del Lanificio, indi con un solenne Te Deum resero grazie a Dio del lieto avvenimento.
E la mattina dei giorno 21, alle ore 10, si trovarono tutti ottanta nel tempio magnifico eretto dal Rossi nella nuova Schio, dove con una messa cantata da mons. Gaetano Rossi, fratello del festeggiato, ed accompagnata dall’orchestra degli operai del Lanificio, indi con un solenne ''Te Deum'' resero grazie a Dio del lieto avvenimento.


Dalla chiesa di S. Antonio l’onorando corteo, percorrendo la via maggiore della nuova Schio, passò nel grandioso edificio delle scuole Rossi. Là il munifico invitante ogni cosa aveva disposto per rendere più solenne il giorno della comune allegrezza. Un fotografo ritrasse da prima i convenuti, tutti in gruppo; poi passarono questi nel teatrino annesso alle scuole, dove i giovanetti, figli di operai, che frequentano le istituzioni Rossi, diedero una piacevole e bene adattata rappresentazione. Finita questa, dodici degli stessi giovanetti, entrarono coi convitati nella sala da pranzo, festosamente parata a drappi bianchi e rossi con corone di verde alloro, e, cantata la benedizione della mensa, musica del maestro Fogliardi su versi eccellenti dello stesso senatore Rossi, il pranzo — degno della straordinaria festa — fu signorilmente servito, da dodici prestanti ragazze, già alunne delle scuole Rossi, ed ora lavoratrici nell’opificio.
Dalla chiesa di S. Antonio l’onorando corteo, percorrendo la via maggiore della nuova Schio, passò nel grandioso edificio delle scuole Rossi. Là il munifico invitante ogni cosa aveva disposto per rendere più solenne il giorno della comune allegrezza. Un fotografo ritrasse da prima i convenuti, tutti in gruppo; poi passarono questi nel teatrino annesso alle scuole, dove i giovanetti, figli di operai, che frequentano le istituzioni Rossi, diedero una piacevole e bene adattata rappresentazione. Finita questa, dodici degli stessi giovanetti, entrarono coi convitati nella sala da pranzo, festosamente parata a drappi bianchi e rossi con corone di verde alloro, e, cantata la benedizione della mensa, musica del maestro Fogliardi su versi eccellenti dello stesso senatore Rossi, il pranzo — degno della straordinaria festa — fu signorilmente servito, da dodici prestanti ragazze, già alunne delle scuole Rossi, ed ora lavoratrici nell’opificio.
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