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Nel 1852, nel fare alcuni lavori presso l’antica fonte, fu rinvenuto un numero ingente di monete, che erano il tributo offerto, per lo spazio di parecchi secoli, dai visitatori, alla Divinità che, secondo essi, rendeva benefiche quelle acque. Era un uso comune di quei tempi.
Nel 1852, nel fare alcuni lavori presso l’antica fonte, fu rinvenuto un numero ingente di monete, che erano il tributo offerto, per lo spazio di parecchi secoli, dai visitatori, alla Divinità che, secondo essi, rendeva benefiche quelle acque. Era un uso comune di quei tempi.


Vi si rinvenne l’''aes rude'' in quantità di oltre 1230 libbre, l’''aes signatum'', l’''aes grave'' dei vari popoli dell’Italia centrale, poi le monete coniate della Repubblica romana e quelle degli imperatori, fino al principio del quarto secolo dell’êra nostra<ref>{{AutoreCitato|Giuseppe Marchi|P. Marchi}}, ''{{TestoCitato|La stipe tributata alle divinità delle Acque Apollinari |La stipe tributata alle divinità delle acque apollinari di Vicarello}}''. Roma, 1852.</ref>.
Vi si rinvenne l’''aes rude'' in quantità di oltre 1230 libbre, l’''aes signatum'', l’''aes grave'' dei vari popoli dell’Italia centrale, poi le monete coniate della Repubblica romana e quelle degli imperatori, fino al principio del quarto secolo dell’êra nostra<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Giuseppe Marchi|P. Marchi}}}}, ''{{TestoCitato|La stipe tributata alle divinità delle Acque Apollinari |La stipe tributata alle divinità delle acque apollinari di Vicarello}}''. Roma, 1852.</ref>.


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