Il Bardo della Selva Nera/Canto VI: differenze tra le versioni

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Vola il suo spirto, già le rive afferra,
Già vendica l’onor della sua terra.
 
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==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/95]]==
<poem>
D’Acri gli allori su l’infranto muro
{{R|10}}Gli mostrava la Gloria, e gli dicea:
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Di tanto carco. Il cor cui poco è il mondo,
Quel cor si cela in quell’angusto fondo.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/96]]==
<poem>
Contra le vele del fatal naviglio,
Consci forse del Dio ch’ei porta in grembo,
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{{R|55}}Bonaparte gridare i vecchi padri,
Iterar Bonaparte odi le madri.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/97]]==
<poem>
Bonaparte i fanciulli, Bonaparte
Rispondono le valli; e nell’ebbrezza
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Quando il Magno a camparla dal Ciel fisso,
{{R|80}}Venne, quale già Dio sovra l’abisso.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/98]]==
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E l’abisso in che l’egra era sepolta,
Tutto il vide Egli sì. Vide il Delitto
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Cotanto nodo il taglio mestier fea,
Che del re Frigio il groppo un dì sciogliea.
{{R|105}}Dopo molte vegliate in questa cura
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/99]]==
<poem>
molte vegliate in questa cura
Torbide notti, alfin diè calma al vago
Pensier quel Dio che queta ogni rancura
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Non doma, nè lusinga; e in questo suolo
L’uso comanda il comandar d’un solo.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/100]]==
<poem>
Sorgi dunque, e novello e più temuto
{{R|130}}Rialza e premi il necessario trono.
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Far salva, Ei solo; e ad un poter funesto
Lasciolla in preda, e si fe’ reo del resto.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/101]]==
<poem>
Diranno: I giorni del Terror tornaro
Tinti di sangue; e Bonaparte il volle.
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{{R|175}}Nè il Tedesco, nè il Geta, Italia bella
Dirà: di Bonaparte ecco l’ancella.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/102]]==
<poem>
E tu d’ancella la farai reina,
E il serto che portò Carlo, all’incude
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La man pietosa entro sue piaghe, ond’ella
{{R|200}}A sanità già torna e si rabbella.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/103]]==
<poem>
Dati e presi gli onesti abbracciamenti,
In che tace la lingua e parla il petto,
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L’armonia de’ frenati orbi diversi,
E tutti li vedrai confusi e spersi;
{{R|225}}E l’un l’altro inghiottire, e furibondo
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/104]]==
<poem>
e furibondo
Il mar levarsi e divorar la terra,
E squarciarla i vulcani, e nel secondo
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Tormenta i petti generosi allora
Il periglio non già, ma la dimora.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/105]]==
<poem>
Tutto quel dì l’Eroe fu muto, e pronte
{{R|250}}Tutte sue forze rassegnò. Non tante
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Rapina ha tutto dissipato, eretta
In ria scienza dal poter protetta.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/106]]==
<poem>
Hanno esausto lo Stato; il nume è spento
Di Giustizia; nè senno, nè decoro
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{{R|295}}Di vicina tempesta; ed una voce:
Lo Statuto, gridò cupa e feroce.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/107]]==
<poem>
Lo Statuto? il Magnanimo riprese,
E l’accento suonò più che mortale.
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Fama è che intorno al perigliante Duce
{{R|320}}Fiammeggiar fu veduta una gran luce.
L’Angiol fu forse della patria, forse
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/108]]==
<poem>
forse della patria, forse
Altro messo del ciel, che tolto al mondo
L’onor non volle de’ mortali, e torse
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Rotte bilance, e dal furor segnate
Cancellò le rubriche insanguinate.
{{R|345}}La Concordia rifulse, e di catene
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/109]]==
<poem>
Concordia rifulse, e di catene
Indissolute la nemica avvinse;
Franse gli empii pugnali in su l’arene
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Ricominciar lor riti, e ogni villano
Costume entrato ne cacciar lontano.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/110]]==
<poem>
Così tutte lasciò Francia le brune
{{R|370}}Spoglie del lutto, e rivestissi il manto
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Fu di calarsi in suol Franco, e col fuoco
Desolarlo e col ferro in ogni loco.
 
</poem>
==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/111]]==
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Di mio villaggio fo dimanda, e tutto
Da’ barbari l’intendo per feroce
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{{R|415}}Oste i colli imminenti, e non ardiva
Uomo appressarsi alla deserta riva.
Nell’orribile dubbio odo un lamento
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==[[Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/112]]==
<poem>
dubbio odo un lamento
D’afflitta belva, un ululato acuto
Che uscìa di mezzo alle ruine, e il sento