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''Ego Barone de Singna Florentin. diocesis filius Aliotti, judex ordinariua, et notariua publìcus dicti domini Seneacalliy et Curie Venaiain, notariua etc.''</ref>
''Ego Barone de Singna Florentin. diocesis filius Aliotti, judex ordinariua, et notariua publìcus dicti domini Seneacalliy et Curie Venaiain, notariua etc.''</ref>


DE MONTE ALCINO. Ruggieri de’ Spini deputò diterttum H pntdmllm virmm dm. OmMonmh qttondam Battdimi de Monf AMno utriunqu* Jurll j>rllum in SemsataBum wt Viearimm in officio Soctorim Comitatu», con SUO Mandato di Procura rogato in Firenze a dì 30 aprile 1302 (loo. cit p. 9.
<ref>(*) DE MONTE ALCINO. Ruggieri de’ Spini deputò diterttum H pntdmllm virmm dm. OmMonmh qttondam Battdimi de Monf AMno utriunqu* Jurll j>rllum in SemsataBum wt Viearimm in officio Soctorim Comitatu», con SUO Mandato di Procura rogato in Firenze a dì 30 aprile 1302 (loo. cit p. 9.
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(**) DE 8PINIS. Questi fu depullto Rettore del Yeneaino da Bonifacio VIII a di 18 marco 1808 a suo beneplacito, come si era usato di costituire gli altri Rettori precedenti La bolla è diretta dH. ftt.
<ref>(**) DE 8PINIS. Questi fu depullto Rettore del Yeneaino da Bonifacio VIII a di 18 marco 1808 a suo beneplacito, come si era usato di costituire gli altri Rettori precedenti La bolla è diretta dH. ftt. nobm viro Mtogorio d» Spini* do lìorontia MOiti (loc. cit pag. 2). Il poSMOSo poi del Rettorato fu preso ai 29 di maggio, e ciascuno dei feudatari e luoghi, mediatamente o immediatamente soggetti al Contado, prestò In seguito il solito omaggio e giuramento di fedeltà alla Santa Sede.</ref>
<ref>(***) PAFARINORVM. Cooa oieno eotooti Paparini, ninno è eA«to aappia, scrive il CO. Carli (T. 1 p. 891), il quale Inclinerebbe a trarne la denominazione dall’antica famiglia de’ Paperoni. Noi però, riserbando di trattare in altro luogo e tempo del giusto ralore e ragguaglio della moneta Paparina, ci contenteremo di qui accennare, essersi primieramente così denominata la moneta, che poco dopo la metà del XIII secolo i Romani Pontefici fecero battere in Viterbo e nel Patrimonio di S. Pietro, e che fu diversa affatto in valore dalla Provisina o Romana; e così ceserai anche chiamata Fuparina quella, che fecero battere p?r uso dei loro proprii sudditi nel Contado Veiiesino. Sicché la voce Pnpmrina viene ad eesere sinonima di Papalina o Papollna, come altrove si enuncia.

nobm viro Mtogorio d» Spini* do lìorontia MOiti (loc. cit pag. 2). Il poSMOSo poi del Rettorato fu preso ai 29 di maggio, e ciascuno dei feudatari e luoghi, mediatamente o immediatamente soggetti al Contado, prestò In seguito il solito omaggio e giuramento di fedeltà alla Santa Sede.

T") PAFARINORVM. Cooa oieno eotooti Paparini, ninno è eA«to aappia, scrive il CO. Carli (T. 1 p. 891), il quale Inclinerebbe a trarne la denominazione dall’antica famiglia de’ Paperoni. Noi però, riserbando di trattare in altro luogo e tempo del giusto ralore e ragguaglio della moneta Paparina, ci contenteremo di qui accennare, essersi primieramente così denominata la moneta, che poco dopo la metà del XIII secolo i Romani Pontefici fecero battere in Viterbo e nel Patrimonio di S. Pietro, e che fu diversa affatto in valore dalla Provisina o Romana; e così ceserai anche chiamata Fuparina quella, che fecero battere p?r uso dei loro proprii sudditi nel Contado Veiiesino. Sicché la voce Pnpmrina viene ad eesere sinonima di Papalina o Papollna, come altrove si enuncia.


Il Fiorino d’oro valse a moneta Paparina nel Patrimonio circa l’anno 1270 soldi 2; nel 1391 e 1297 soldi 30 in circa; nel 1308 soldi 40. e nel 1317 soldi 47.
Il Fiorino d’oro valse a moneta Paparina nel Patrimonio circa l’anno 1270 soldi 2; nel 1391 e 1297 soldi 30 in circa; nel 1308 soldi 40. e nel 1317 soldi 47.


Quanto poi ai Paparini del Venesino, nelle rimesse del danaro che di là facevansi alla Camera Apostolica, osservo che nell’anno 1301 fu computato il Fiorino d’oro a soldi 28 l12 Paparinorum nooorum qui NUJfC euduHtur in oomitatu Vonaiooino, lieot eum moroatoribut Ctarontini*, qui in illio partibmo dietam poemnittm l’oooptrunt adhmo do dieto eambio oimuo in lito, oit potontibut Wìoronum prò XXVI ootidio eomputari (Ub. Division. Sac. Colleg. pag. 80); ma nell’anno seguente fu ragguagliato il medesimo Fiorino a soldi 25 l12, COXONATOBUM oou Paparinorum novorum, oieut do dieto valoro dowtinu* Matkiaa MUetov oeripoit (loc. cit, pag. 32).
Quanto poi ai Paparini del Venesino, nelle rimesse del danaro che di là facevansi alla Camera Apostolica, osservo che nell’anno 1301 fu computato il Fiorino d’oro a soldi 28 l12 Paparinorum nooorum qui NUJfC euduHtur in oomitatu Vonaiooino, lieot eum moroatoribut Ctarontini*, qui in illio partibmo dietam poemnittm l’oooptrunt adhmo do dieto eambio oimuo in lito, oit potontibut Wìoronum prò XXVI ootidio eomputari (Ub. Division. Sac. Colleg. pag. 80); ma nell’anno seguente fu ragguagliato il medesimo Fiorino a soldi 25 l12, COXONATOBUM oou Paparinorum novorum, oieut do dieto valoro dowtinu* Matkiaa MUetov oeripoit (loc. cit, pag. 32).
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r**) DE THEATE. Egli fu deputato Rettore del Venesino da Bonifaiio Vm a di 6 giugno del l’anno 1300 (Reg. Bonif. Vm. an. VI ep. 183). II medesimo nel nostro protocollo viene poi detto MofiotorJittth10 do noato CloHeuo Camoro domini Papo, ed era anche Canonico Morinense,
<ref>(****) DE THEATE. Egli fu deputato Rettore del Venesino da Bonifacio VIII a 5 giugno dell’anno 1300 (Reg. Bonif. VIII. an. VI ep. 183). Il medesimo nel nostro protocollo viene poi detto ''Magister Mathia da Theate Clericus Camore domini Pape'', ed era anche Canonico Morinense.</ref>