Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/112: differenze tra le versioni
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;Str.: Tu mi pari quasi esser mosso di cervello. |
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;Cre.: E tu per Mercurio da me sarai citato, se non mi pagarai. |
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;Str.: Dimi, pensitu che sempre Giove facia piovere da |
;Str.: Dimi, pensitu che sempre Giove facia piovere da ogn’hora fresca aqua? ò che’l Sole à se tiri di sotto via un’altra volta quella medesima aqua? |
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;Cre.: Non so io già di queste due cose quale si sia, ne anche me ne curo. |
;Cre.: Non so io già di queste due cose quale si sia, ne anche me ne curo. |
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;Str.: Come hai tu adunque ragione di scuotere i danari, se niente sai de le cose di sopra? |
;Str.: Come hai tu adunque ragione di scuotere i danari, se niente sai de le cose di sopra? |
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;Cre.: Ma se |
;Cre.: Ma se n’hai bisogno rendimi a’l meno la usura de i danari. |
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;Str.: Et questa sarà |
;Str.: Et questa sarà l’usura una bestia. |
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;Cre.: Che cosa altra che secondo il mese, & secondo il dì, piu piu sempre accrescono i danari, volando il tempo. |
;Cre.: Che cosa altra che secondo il mese, & secondo il dì, piu piu sempre accrescono i danari, volando il tempo. |
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;Str.: Tu parli bene, che pensitu dunque che adesso il mare piu grande sia, & piu pieno, che non era in prima? |
;Str.: Tu parli bene, che pensitu dunque che adesso il mare piu grande sia, & piu pieno, che non era in prima? |