Teatro Historico di Velletri/Velletri Patria d'Augusto: differenze tra le versioni

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Resta, che noi soddisfacciamo à Tranquillo, il quale non solo non dice, che Augusto sia nato in Velletri, ms vuole che sia nato in Roma, ''In Regione Palatii, Ad Capita Bubula'', e che in Velletri sia nella Villa de' suoi Antenati stato educato, e nutrito: e questo luogo sia come sacro communemente da tutti reputato, queste sono le parole di Tranquillo. ''Monumentum eius obstenditur adhuc locus in atavo Suburbano iuxta Velitras permodicus et Cellæ penuariæ instar'', e poi soggionge, ''Tenetq. vicinitatem opinio, tamquam et natus sit ibi''. Da queste parole di Tranquillo Io faccio vero concetto della sua passione, e dico, se è oppinione antica, e quasi traditione, ch'Ottaviano sia nato in Velletri, perche la sprezzi, e t'appigli al capriccioso parto del tuo cervello? Se non è tuo capriccio, ma sentimento d'altri tuoi maggiori, perche non registri l'Autore? S'è tuo pensiero, dunque doverà fermarsi il Lettore, all'appassionato volere d'uno, e lasciar il sentimento di molti, ch'in tante centinaia d'Anni prima di te continovamente hanno tenuto il contrario? E qual raggione lo vuole, ch'io m'appigli al capriccio d'uno, per lasciare il parere di molti? Da persona sagace non si puol capire.
Seguita Svetonio, e dice, ch'il luogo dove fanciullo fù nutrito Ottaviano, fosse luogo sacro, in tanto che non vi si poteva entrare, se non per qualche grave necessità, e da persona casta, e pia; e che quelli, che per curiosità, et humano ardimento v'entravano, erano subito ingrombrati da un insolito timore, e spavento, e repentinamente con violenza invisibile n'erano scacciato fuora. Anzi narra un fatto d'un nuovo Padrone di quello, che (non sò se à caso, ò pure per isperimentare virtù cosi maravigliosa) v'andò dentro per dormirvi, ma gli avvenne, che doppo poche hore di notte tutto conturbato, con forza occulta, fù quasi senza spirito, e privo de'sensi gittato fuora, e con tutto il letto, mezzo morto ritrovato lungi dalla porta, ''Huc introire, nisi necessariò, et castè religio est, concepta opinione veteri quasitemerè, adeuntibus horror quidam, et metus obiiciatur, sed mox confirmata est, etc''. Narra di più cosa di maggiore stupore, cioè, che quando fanciullo cominciò Augusto à balbutire, nel sentir lo strepitar delle Rane, egli li comandò il silenzio, e quelle fatte pronte al di lui precetto subito s'ammutirono, ''Cum primum fari capisset in aviso Suburbano obstrepentes, fortè Ranas silere iussit''. Non posso non maravigliarmi mentre considero, che Svetonio Gentile, e superstitioso com'ogn'altro di suo tempo, non habbia saputo, ò voluto osservare il luogo del natale d'Augusto. E chiaro che tanto da gl'Astrologi, quanto da gl'Auguri s'osservano li giorni natalitij, quali da simili soggetti son chiamati fatali, et egli li osservò in Augusto istesso, in Tiberio, in Caligola, in Claudio, Nerone, Galba et in altri ancora. Anzi osservò ne' medesimi giorni le parole d'alcuni in presaggio, ò buono, ò cattivo di quelli che nascevano, come le parole di Nigidio per Augusto; quelle di Domitio per Nerone suo figlio, e non seppe nell'istesso Augusto osservare con più diligenza il luogo del nascimento, come pensò di penetrare li presaggi del luogo dell'educatione, chiamandolo sacro, e pure più sacro, come di maggior presaggio, deve stimarsi il luogo de' natali, che il luogo dell'allievo: e se bene egli scrisse, ch'era nato (come s'è detto di sopra in Roma, ''In Regione Palatii, ad Capita Bubula''), nulladimeno non si registra tal luogo, che sia sacro. Concludesi dunque, ch'essendo cosi superstitiosamente stimato questo accennato luogo, più presto de' natali, che d'allievo creder si debba, onde si possa affermare, che l'oppinione commune, et antica de' Popoli sia certa, ch'Augusto sia nato in Velletri, e non il suo capriccio, che per esser Romano haveva per scopo