Pagina:Rivista italiana di numismatica 1890.djvu/133: differenze tra le versioni

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Verso la fine del 1887 acquistai pella Collezione di S. M. una piccola moneta d’argento buono, del peso di gr. 1,100, e corrispondente pel tipo e per la forma delle lettore a quelle note di S. Giovanni di Moriana e di Aiguebelle. Ha da un lato una testina volta a destra ed in giro [[File:Cross-Pattee-Heraldry.svg|12px]] '''PETRVS MR'''; e nel rovescio una croce con quattro punti a foggia di chiodetti negli angoli, con attorno [[File:Cross-Pattee-Heraldry.svg|12px]] '''SEVSIE VR'''. Completo le leggende con '''PETRVS M'''''a'''''R'''''chio'' e '''SE'''''c'''''VSIE''' '''VR'''''bis''. Per meglio provare il mio asserto nell’annessa tavola ({{Pt|[[../144|Tav. III]]|[[#Tavola III|Tav. III]]}}) do il disegno dei tre pezzi sin qui menzionati contrassegnando col n. 1 quello del vescovo di Moriana, col 2 il denaro acquabellese, col 3 il nostro.
Verso la fine del 1887 acquistai pella Collezione di S. M. una piccola moneta d’argento buono, del peso di gr. 1,100, e corrispondente pel tipo e per la forma delle lettore a quelle note di S. Giovanni di Moriana e di Aiguebelle. Ha da un lato una testina volta a destra ed in giro [[File:Cross-Pattee-Heraldry.svg|12px]] '''PETRVS MR'''; e nel rovescio una croce con quattro punti a foggia di chiodetti negli angoli, con attorno [[File:Cross-Pattee-Heraldry.svg|12px]] '''SEVSIE VR'''. Completo le leggende con '''PETRVS M'''''a'''''R'''''chio'' e '''SE'''''c'''''VSIE''' '''VR'''''bis''. Per meglio provare il mio asserto nell’annessa tavola ({{Pt|[[../144|Tav. III]]|[[#Tavola III|Tav. III]]}}) do il disegno dei tre pezzi sin qui menzionati contrassegnando col n. 1 quello del vescovo di Moriana, col 2 il denaro acquabellese, col 3 il nostro.


Raffrontrndo i vari dati sovraesposti, la zecca certamente vescovile a S. Giovanni, il documento di Leodegario di Vienna le cui monete erano imitate in Moriana, l’accertamento dell’esistenza della zecca di Aiguebelle nella seconda metà del secolo X, l’officina di Susa già attiva sotto il Conte Umberto II (1080-1103), non ho il menomo dubbio di attribuire il pezzo, che ora per la prima volta vede la luce, a Pietro I (figlio e successore del conte Oddone e della celebre Adelaide di Susa), il quale mori nel 1078 e che sempre prese il titolo di marchese come appare dai documenti in cui questo nostro Principe è nominato. Cosi accresciamo la serie numismatica dei Reali di Savoia col pezzo del conte Pietro I che prenderebbe il primo posto con indicazione certa ed al quale si dovrebbe lo stabilimento della zecca secusina, avanzandola di qualche anno su quanto sinora si credeva. Ma al tempo istesso ritengo sia questo una nuova prova che ad Oddone suo padre, che fu <noinclude>ni-</noinclude>{{SAL|133|1|}}
Raffrontando i vari dati sovraesposti, la zecca certamente vescovile a S. Giovanni, il documento di Leodegario di Vienna le cui monete erano imitate in Moriana, l’accertamento dell’esistenza della zecca di Aiguebelle nella seconda metà del secolo X, l’officina di Susa già attiva sotto il Conte Umberto II (1080-1103), non ho il menomo dubbio di attribuire il pezzo, che ora per la prima volta vede la luce, a Pietro I (figlio e successore del conte Oddone e della celebre Adelaide di Susa), il quale mori nel 1078 e che sempre prese il titolo di marchese come appare dai documenti in cui questo nostro Principe è nominato. Cosi accresciamo la serie numismatica dei Reali di Savoia col pezzo del conte Pietro I che prenderebbe il primo posto con indicazione certa ed al quale si dovrebbe lo stabilimento della zecca secusina, avanzandola di qualche anno su quanto sinora si credeva. Ma al tempo istesso ritengo sia questo una nuova prova che ad Oddone suo padre, che fu <noinclude>ni-</noinclude>{{SAL|133|3|Carlomorino}}