Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/371: differenze tra le versioni

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Celebre negli annali di Milano è questa Zecca, per l’interdetto di Federico I del 1155, col quale trasferì nei Cremonesi l’antichissimo privilegio di cui dianzi ci aveva privati. Primo il {{AutoreCitato|Carlo Sigonio|Sigonio}} era stato a farne parola, quando il {{AutoreCitato|Antonio Campi|Campi}} nella sua storia di Cremona ne pubblicò il diploma, che il {{Sc|Muratori}} riprodusse alla nostra rubrica monetaria.
Celebre negli annali di Milano è questa Zecca, per l’interdetto di Federico I del 1155, col quale trasferì nei Cremonesi l’antichissimo privilegio di cui dianzi ci aveva privati. Primo il {{AutoreCitato|Carlo Sigonio|Sigonio}} era stato a farne parola, quando il {{AutoreCitato|Antonio Campi|Campi}} nella sua storia di Cremona ne pubblicò il diploma, che il {{Sc|Muratori}} riprodusse alla nostra rubrica monetaria.


In qual anno siasi posto mano a fruire del beneficio ricevuto, è ignoto<ref>Il Padre {{AutoreCitato|Pellegrino Tonini|Tonini}}, in un suo importante lavoro sulla Zecca Cremonese pubblicato nel I Volume (1868) del Periodico di numismatica e sfragistica dello Strozzi, fissa la data certa dell’apertura di quella Zecca all’anno 1155. Rimandiamo i nostri lettori a quell’interessante studio, il quale comprende tutto il periodo della zecca Cremonese e completa il cenno dato dal Conte Mulazzani, pubblicando buon numero di monete allora sconosciuto, e dandone anche i disegni. {{A destra|(F. ed E. G.).}}</ref> nessuno scrittore vi è che abbia dato la storia di quella Zecca. Però un documento scoperto dal Conte Carli, ci fa sicuri che dal 11 83 l’officina cremonese trovavasi aperta; poiché, per un concordato fatto in quell’anno fra Brescia e Cremona, questa città si obbligò di mandare uno zecchiere all’altra, per insegnare a fare moneta, e moneta che fosse eguale<ref>Vol. 2, pag. 273-4.</ref>. Ed a questi primi tempi è da assegnarsi, io penso, anche per lo stile proprio della fine del secolo XII, la monetina erosa di forma scodellata fino adesso inedita, che va del pari con altra bresciana di quella età, pubblicata da {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}} e da me possedute {{Pt|en-|entrambe. }}{{SAL|371|3|Carlomorino}}
In qual anno siasi posto mano a fruire del beneficio ricevuto, è ignoto<ref>Il Padre {{AutoreCitato|Pellegrino Tonini|Tonini}}, in un suo importante lavoro sulla Zecca Cremonese pubblicato nel I Volume (1868) del ''Periodico di numismatica e sfragistica'' dello Strozzi, fissa la data certa dell’apertura di quella Zecca all’anno 1155. Rimandiamo i nostri lettori a quell’interessante studio, il quale comprende tutto il periodo della zecca Cremonese e completa il cenno dato dal Conte Mulazzani, pubblicando buon numero di monete allora sconosciuto, e dandone anche i disegni. {{A destra|(F. ed E. G.).}}</ref> nessuno scrittore vi è che abbia dato la storia di quella Zecca. Però un documento scoperto dal Conte Carli, ci fa sicuri che dal 11 83 l’officina cremonese trovavasi aperta; poiché, per un concordato fatto in quell’anno fra Brescia e Cremona, questa città si obbligò di mandare uno zecchiere all’altra, per insegnare a fare moneta, e moneta che fosse eguale<ref>Vol. 2, pag. 273-4.</ref>. Ed a questi primi tempi è da assegnarsi, io penso, anche per lo stile proprio della fine del secolo XII, la monetina erosa di forma scodellata fino adesso inedita, che va del pari con altra bresciana di quella età, pubblicata da {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}} e da me possedute {{Pt|en-|entrambe. }}{{SAL|371|3|Carlomorino}}