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''<noinclude>sino</noinclude> da Limiate, Giacomino di Vallassina, Cristoforo da Olgiate, Amizino da Sellano, Zanone da Fino, Giov. da Marliano, Galvano de’ Medici, Giov, di Novara, Giov. de’ Cri velli, Giov. de’ Albrici, Antonio de’ Magoni, Guglielmo de’ Gallazzi e Giacomolo da Olgiate''<ref>''Arch. di Stato Milano''. Registro Panigarola ''C'' f. 26 e seg.</ref>.
''<noinclude>sino </noinclude>da Limiate, Giacomino di Vallassina, Cristoforo da Olgiate, Amizino da Sellano, Zanone da Fino, Giov. da Marliano, Galvano de’ Medici, Giov, di Novara, Giov. de’ Cri velli, Giov. de’ Albrici, Antonio de’ Magoni, Guglielmo de’ Gallazzi e Giacomolo da Olgiate''<ref>''Arch. di Stato Milano''. Registro Panigarola ''C'' f. 26 e seg.</ref>.


Il consorzio degli operari e monetarii di Milano ebbo sull’esempio degli altri paratici milanesi, di sempre gloriola memoria, statuti proprii e privilegi imperiali ab antiquo, a cominciare dal diploma di re Enrico VII nel 1311<ref>Il {{Sc|{{AutoreCitato|Francesco Predari|Predari}}}} (''Bibliografia milanese'', pag. 459), cita come alle stampe i “Privilegi d’immunità ed esentioni, ecc. concessi dal Serenissimo Henrico imperatore de’ Romani ed altri alli signori operarii e monetari dell’imperiai zecca di Milano. ''In fol''” — Loro protettore, come degli Orefici, ''S. Eligio'', — ― Il privilegio imperiale 1311-1328 leggesi anche negli Statuti dei medesimi monetarii, de’ quali nella nota più avanti è ancor discorso. E meglio, assieme alle conferme degli imperatori Wenceslao, Sigismondo e Carlo V. (1398, 1431 e 1541) nell’opera dell'''{{AutoreCitato|Filippo Argelati|Argellati}}'' loc. cit. II, 268 e seg.</ref>. Siccome zecca imperiale quella di Milano, i suoi monetarii impetravano dalla Maestà regia l’approvazione ad esercitare l’arte loro nobile<ref>Cfr. {{Sc|Chaponnière}}, ''De l’instution des ouvriers monnoyers du S. Romain empire et de leurs parlement'', in Memorie della Società storica di Ginevra, anno II, pag. 29-80</ref>. E di tali concessioni se ne serbano ricordi, anche per la fine del secolo XV negli archivi nostri di Stato<ref>Per es. permessi del duca di Milano per ottenere la licenza imperiale, a favore dell’orefice ''Giacomo Crivelli'', 26 ottobre 1498 (Reg. ducale, n. 61, f. 85); di ''Dionigi ''e'' Donato da Seregno'', 12 gennaio 1494; di ''Martino da Garbagnate'', 24 febbraio 1494 (Reg. idem, f. 178, 1. 170 1.); di ''Gian Antonio ''e'' Donato'' fratelli da ''Varese'', 8 luglio 1494 (Reg. Missive, n. 198 f. 42 t).<br/>
Il consorzio degli operari e monetarii di Milano ebbo sull’esempio degli altri paratici milanesi, di sempre gloriola memoria, statuti proprii e privilegi imperiali ab antiquo, a cominciare dal diploma di re Enrico VII nel 1311<ref>Il {{Sc|{{AutoreCitato|Francesco Predari|Predari}}}} (''Bibliografia milanese'', pag. 459), cita come alle stampe i “Privilegi d’immunità ed esentioni, ecc. concessi dal Serenissimo Henrico imperatore de’ Romani ed altri alli signori operarii e monetari dell’imperiai zecca di Milano. ''In fol''” — Loro protettore, come degli Orefici, ''S. Eligio'', — ― Il privilegio imperiale 1311-1328 leggesi anche negli Statuti dei medesimi monetarii, de’ quali nella nota più avanti è ancor discorso. E meglio, assieme alle conferme degli imperatori Wenceslao, Sigismondo e Carlo V. (1398, 1431 e 1541) nell’opera dell'''{{AutoreCitato|Filippo Argelati|Argellati}}'' loc. cit. II, 268 e seg.</ref>. Siccome zecca imperiale quella di Milano, i suoi monetarii impetravano dalla Maestà regia l’approvazione ad esercitare l’arte loro nobile<ref>Cfr. {{Sc|Chaponnière}}, ''De l’instution des ouvriers monnoyers du S. Romain empire et de leurs parlement'', in Memorie della Società storica di Ginevra, anno II, pag. 29-80</ref>. E di tali concessioni se ne serbano ricordi, anche per la fine del secolo XV negli archivi nostri di Stato<ref>Per es. permessi del duca di Milano per ottenere la licenza imperiale, a favore dell’orefice ''Giacomo Crivelli'', 26 ottobre 1498 (Reg. ducale, n. 61, f. 85); di ''Dionigi ''e'' Donato da Seregno'', 12 gennaio 1494; di ''Martino da Garbagnate'', 24 febbraio 1494 (Reg. idem, f. 178, 1. 170 1.); di ''Gian Antonio ''e'' Donato'' fratelli da ''Varese'', 8 luglio 1494 (Reg. Missive, n. 198 f. 42 t).<br/>