Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/156: differenze tra le versioni

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<noinclude>narchia</noinclude> un’ampiezza ed unità di disegno ed una concordanza di parti, che ti fa indovinare il grande architetto dell’altro mondo.
<noinclude>narchia </noinclude>un’ampiezza ed unità di disegno ed una concordanza di parti, che ti fa indovinare il grande architetto dell’altro mondo.


I difetti delle opere latine sono comuni al Convito, e gl’intralciano lo stile, e gl’impediscono quell’andamento naturale e piano del discorso, che potea renderlo accessibile agl’illetterati, a’ quali era destinato. La sua teoria della lingua illustre lo allontana da quell’andare soave e semplice della prosa volgare, e quando gli altri volgarizzano il latino, egli latinizza il volgare, cercando nobiltà e maestà nelle perifrasi, ne’ contorcimenti e nelle inversioni. Usa una lingua ibrida, non italiana e non latina, spogliata di tutte le movenze e attitudini vivaci del dialetto, e lontana da quella dignità e misura, che ammira nel latino e a cui tende con visibile e infelice sforzo. Se la natura gli avesse concesso un più squisito senso artistico, avrebbe forse potuto essere fondatore della prosa. Ma gli manca la grazia, e senti la rozzezza nello sforzo della eleganza. Salvo qualche raro intervallo, che la passione lo scalda e lo fa eloquente, la sua prosa, come la sua lirica, fa desiderare l’artista.
I difetti delle opere latine sono comuni al Convito, e gl’intralciano lo stile, e gl’impediscono quell’andamento naturale e piano del discorso, che potea renderlo accessibile agl’illetterati, a’ quali era destinato. La sua teoria della lingua illustre lo allontana da quell’andare soave e semplice della prosa volgare, e quando gli altri volgarizzano il latino, egli latinizza il volgare, cercando nobiltà e maestà nelle perifrasi, ne’ contorcimenti e nelle inversioni. Usa una lingua ibrida, non italiana e non latina, spogliata di tutte le movenze e attitudini vivaci del dialetto, e lontana da quella dignità e misura, che ammira nel latino e a cui tende con visibile e infelice sforzo. Se la natura gli avesse concesso un più squisito senso artistico, avrebbe forse potuto essere fondatore della prosa. Ma gli manca la grazia, e senti la rozzezza nello sforzo della eleganza. Salvo qualche raro intervallo, che la passione lo scalda e lo fa eloquente, la sua prosa, come la sua lirica, fa desiderare l’artista.