Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/356: differenze tra le versioni

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L’incertezza dell’epoca romana prosegue coi Goti; nessuna moneta si è trovata che indichi essere stata coniata in Milano; il privilegio di documentare in metallo la loro dominazione in Italia, essendo di Ravenna, di Roma e di Pavia. Pure, che la Zecca nostra abbia il vanto di essere millenaria e più, certissima cosa è per una moneta d’oro di Desiderio, re dei Longobardi, divulgata da Le Blanc; la qual moneta tiene nel suo rovescio le parole {{Sc|Flavia Mediolano}}. Il Conte Verri l’ebbe in sua podestà<ref>{{AutoreCitato|Pietro Verri|Verri}}. {{TestoCitato|Storia di Milano}}. Pag 39. — Una esistente nel Museo di Brera è falsa.</ref> e si conserva tuttora in sua casa<ref>La celebre collezione Verri è ora possodata dal Conte Lorenzo Sormani Andreani, il quale l'ha in questi ultimi anni notevolmente aumentata, ed è la più bella e ricca serie privata di monete milanesi. Di questo prezioso tremisse di Desiderio col {{Sc|flavia mediolano}} ne venne lo scorso anno alla luce un altro esemplare, che ora si trova nella Collezione Gnecchi.
L’incertezza dell’epoca romana prosegue coi Goti; nessuna moneta si è trovata che indichi essere stata coniata in Milano; il privilegio di documentare in metallo la loro dominazione in Italia, essendo di Ravenna, di Roma e di Pavia. Pure, che la Zecca nostra abbia il vanto di essere millenaria e più, certissima cosa è per una moneta d’oro di Desiderio, re dei Longobardi, divulgata da Le Blanc; la qual moneta tiene nel suo rovescio le parole {{Sc|Flavia Mediolano}}. Il Conte Verri l’ebbe in sua podestà<ref>{{AutoreCitato|Pietro Verri|Verri}}. {{TestoCitato|Storia di Milano}}. Pag 39. — Una esistente nel Museo di Brera è falsa.</ref> e si conserva tuttora in sua casa<ref>La celebre collezione Verri è ora possodata dal Conte Lorenzo Sormani Andreani, il quale l'ha in questi ultimi anni notevolmente aumentata, ed è la più bella e ricca serie privata di monete milanesi. Di questo prezioso tremisse di Desiderio col {{Sc|flavia mediolano}} ne venne lo scorso anno alla luce un altro esemplare, che ora si trova nella Collezione Gnecchi.
{{A destra|(F. ed E. G.)}}</ref>. Ai Longobardi successi i Franchi, nell’impero d’Italia, la nostra zecca prese tal vigore che si può dire non abbia cessato mai più; per non tener conto del breve tempo, dal 1162 al 1177, in cui Milano restò deserta per la crudeltà di Federico Barbarossa. Da Carlomagno ai giorni nostri, si contano le impressioni di ima infinita serie d’imperatori e d’altri grandi monarchi o di principi minori o di repubbliche, che però tengono distinto luogo nella storia italiana, da far meravigliare ogni cultore della scienza nostra. Tanto è ciò vero, che si può avanzare la proposizione, che la zecca di Milano non cede nell’Europa cristiana<ref>Ho detto nell'Europa cristiana, per non comprendere la Zecca di Costantinopoli, nata, si può asserire nel 330 coll'inaugurazione di quella città successa in detto anno, ma che passò nel 1453 in dominio dei Turchi.</ref>
{{A destra|(F. ed E. G.)}}</ref>. Ai Longobardi successi i Franchi, nell’impero d’Italia, la nostra zecca prese tal vigore che si può dire non abbia cessato mai più; per non tener conto del breve tempo, dal 1162 al 1177, in cui Milano restò deserta per la crudeltà di Federico Barbarossa. Da Carlomagno ai giorni nostri, si contano le impressioni di ima infinita serie d’imperatori e d’altri grandi monarchi o di principi minori o di repubbliche, che però tengono distinto luogo nella storia italiana, da far meravigliare ogni cultore della scienza nostra. Tanto è ciò vero, che si può avanzare la proposizione, che la zecca di Milano non cede nell’Europa cristiana<ref>Ho detto nell'Europa cristiana, per non comprendere la Zecca di Costantinopoli, nata, si può asserire nel 330 coll'inaugurazione di quella città successa in detto anno, ma che passò nel 1453 in dominio dei Turchi.</ref>{{SAL|356|3|Carlomorino}}

{{SAL|356|3|Carlomorino}}