Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/412: differenze tra le versioni

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{{ZbPensiero|1093/1}} La letteratura di una nazione, la quale ne forma la lingua e le dà la sua impronta e le comunica il suo genio, corrompendosi, corrompe conseguentemente anche la lingua, che le va sempre a fianco e a seconda. E la corruzione della letteratura non è mai scompagnata dalla corruzione della lingua, influendo vicendevolmente anche questa sulla corruzione di quella, come, senza fallo, anche lo spirito della lingua contribuisce a determinare e formare lo spirito della letteratura. Cosí è accaduto alla lingua latina, cosí all’italiana nel quattrocento, nel seicento, e negli ultimi tempi, cosí pure nel seicento e negli ultimi tempi alla spagnuola: tutte corrotte al corrompersi della rispettiva letteratura. Eppure la lingua greca, con esempio forse unico, corrotta, anzi, dirò, imputridita la letteratura, si mantenne incorrotta <span class="SAL">412,3,Alex brollo</span><section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1094}} piú secoli e molto altro spazio poco alterata, come si può vedere in Libanio, in Imerio, in S. Gregorio Nazianzeno e altri tali ''sofisti'' piú antichi o piú moderni di questi, che sono corrottissimi nel gusto, e non corrotti o leggermente corrotti nella lingua. Tanta era per una parte la libertà, la pieghevolezza e, dirò cosí, la capacità della lingua greca ''formata'', che poteva anche essere applicata a pessimi stili, senza allontanarsi dall’indole della sua formazione e senza perdere le sue forme proprie e il suo naturale ed essere adoperata da una letteratura guasta senza guastarsi essa stessa, adattandosi tanto al buono come al cattivo, e ricevendo nella immensa capacità delle sue forme e nella sua varietà, copia e ricchezza, sí l’uno come l’altro. Simile in ciò all’italiana, dove si può scrivere purissimamente cose di pessimo gusto ed usare un pessimo stile, in ottima o non corrotta lingua, come ho detto<span class="SAL">412,3,Alex brollo</span><section end=2 />
{{ZbPensiero|1093/1}} La letteratura di una nazione, la quale ne forma la lingua e le dà la sua impronta e le comunica il suo genio, corrompendosi, corrompe conseguentemente anche la lingua, che le va sempre a fianco e a seconda. E la corruzione della letteratura non è mai scompagnata dalla corruzione della lingua, influendo vicendevolmente anche questa sulla corruzione di quella, come, senza fallo, anche lo spirito della lingua contribuisce a determinare e formare lo spirito della letteratura. Cosí è accaduto alla lingua latina, cosí all’italiana nel quattrocento, nel seicento, e negli ultimi tempi, cosí pure nel seicento e negli ultimi tempi alla spagnuola: tutte corrotte al corrompersi della rispettiva letteratura. Eppure la lingua greca, con esempio forse unico, corrotta, anzi, dirò, imputridita la letteratura, si mantenne incorrotta {{SAL|412|3|Alex brollo}}<section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1094}} piú secoli e molto altro spazio poco alterata, come si può vedere in Libanio, in Imerio, in S. Gregorio Nazianzeno e altri tali ''sofisti'' piú antichi o piú moderni di questi, che sono corrottissimi nel gusto, e non corrotti o leggermente corrotti nella lingua. Tanta era per una parte la libertà, la pieghevolezza e, dirò cosí, la capacità della lingua greca ''formata'', che poteva anche essere applicata a pessimi stili, senza allontanarsi dall’indole della sua formazione e senza perdere le sue forme proprie e il suo naturale ed essere adoperata da una letteratura guasta senza guastarsi essa stessa, adattandosi tanto al buono come al cattivo, e ricevendo nella immensa capacità delle sue forme e nella sua varietà, copia e ricchezza, sí l’uno come l’altro. Simile in ciò all’italiana, dove si può scrivere purissimamente cose di pessimo gusto ed usare un pessimo stile, in ottima o non corrotta lingua, come ho detto{{SAL|412|3|Alex brollo}}<section end=2 />