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{{ZbPensiero|360/3}}L’uomo senza la cognizione di una favella non può concepire l’idea di un numero determinato. Immaginatevi di contare trenta o quaranta pietre, senz’avere una denominazione da dare a ciascheduna, vale a dire, una, due, tre,<span class="SAL">445,4,Gimilzor</span><section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|361}} fino all’ultima denominazione, cioè trenta o quaranta, la quale contiene la somma di tutte le pietre e desta un’idea che può essere abbracciata tutta in uno stesso tempo dall’intelletto e dalla memoria, essendo complessiva ma definita ed intera. Voi nel detto caso non mi saprete dire né concepirete in nessun modo fra voi stesso la quantità precisa delle dette pietre; perché, quando siete arrivato all’ultima, per sapere e concepire detta quantità, bisogna che l’intelletto concepisca e la memoria abbia presenti in uno stesso momento tutti gl’individui di essa quantità, la qual cosa è impossibile all’uomo. Neanche giova l’aiuto dell’occhio, perché volendo sapere il numero di alcuni oggetti presenti, e non sapendo contarli, è necessaria la stessa operazione simultanea e individuale della memoria. E cosí, se tu non sapessi fuorché una sola denominazione numerica e contando non potessi dir altro che uno, uno, uno; per quanta attenzione vi ponessi, affine di raccogliere progressivamente coll’animo e la memoria la somma precisa di queste unità fino all’ultimo; tu saresti sempre nello stesso caso. Cosí se non sapessi altro che due denominazioni ec. Eccetto una piccolissima quantità, come cinque o sei, che la memoria e l’intelletto può concepire senza favella, perché arriva ad aver presenti simultaneamente tutti i pochi individui di essa {{Pt|quan-|}}<span class="SAL">445,4,Gimilzor</span><section end=2 />
{{ZbPensiero|360/3}}L’uomo senza la cognizione di una favella non può concepire l’idea di un numero determinato. Immaginatevi di contare trenta o quaranta pietre, senz’avere una denominazione da dare a ciascheduna, vale a dire, una, due, tre,{{SAL|445|4|Gimilzor}}<section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|361}} fino all’ultima denominazione, cioè trenta o quaranta, la quale contiene la somma di tutte le pietre e desta un’idea che può essere abbracciata tutta in uno stesso tempo dall’intelletto e dalla memoria, essendo complessiva ma definita ed intera. Voi nel detto caso non mi saprete dire né concepirete in nessun modo fra voi stesso la quantità precisa delle dette pietre; perché, quando siete arrivato all’ultima, per sapere e concepire detta quantità, bisogna che l’intelletto concepisca e la memoria abbia presenti in uno stesso momento tutti gl’individui di essa quantità, la qual cosa è impossibile all’uomo. Neanche giova l’aiuto dell’occhio, perché volendo sapere il numero di alcuni oggetti presenti, e non sapendo contarli, è necessaria la stessa operazione simultanea e individuale della memoria. E cosí, se tu non sapessi fuorché una sola denominazione numerica e contando non potessi dir altro che uno, uno, uno; per quanta attenzione vi ponessi, affine di raccogliere progressivamente coll’animo e la memoria la somma precisa di queste unità fino all’ultimo; tu saresti sempre nello stesso caso. Cosí se non sapessi altro che due denominazioni ec. Eccetto una piccolissima quantità, come cinque o sei, che la memoria e l’intelletto può concepire senza favella, perché arriva ad aver presenti simultaneamente tutti i pochi individui di essa {{Pt|quan-|}}{{SAL|445|4|Gimilzor}}<section end=2 />