Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/358: differenze tra le versioni
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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|232}}-->ordinariamente procede dalla mancanza o perdita delle grandi e vive illusioni; e infatti l’espressione di questo sentimento comparve nel Lazio col mezzo di {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}}, appunto nel tempo che le grandi e vive illusioni erano svanite pel privato romano che n’era vissuto sí lungo tempo e la vita e le cose pubbliche aveano preso l’andamento dell’ordine e della monotonía. La sensibilità che si trova nei giovani ancora inesperti del mondo e dei mali, sebbene tinta di malinconia, è diverso da questo sentimento e promette e dà a chi lo prova non dolore ma piacere e felicità (6 settembre 1820). |
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|232}}-->ordinariamente procede dalla mancanza o perdita delle grandi e vive illusioni; e infatti l’espressione di questo sentimento comparve nel Lazio col mezzo di {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}}, appunto nel tempo che le grandi e vive illusioni erano svanite pel privato romano che n’era vissuto sí lungo tempo e la vita e le cose pubbliche aveano preso l’andamento dell’ordine e della monotonía. La sensibilità che si trova nei giovani ancora inesperti del mondo e dei mali, sebbene tinta di malinconia, è diverso da questo sentimento e promette e dà a chi lo prova non dolore ma piacere e felicità (6 settembre 1820).{{SAL|358|4|Gimilzor}}<section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|233}} |
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{{ZbPensiero|233/3}}A quello che ho detto, p. {{ZbLink|207}}, si può aggiungere quello che dice {{AutoreCitato|Francesco Algarotti|Algarotti}} dell’immenso studio che bisogna oggidí per divenir letterato di qualche pregio nel mondo, dove non passa piú per vero letterato chi non è enciclopedico, studio al quale solo basta appena la vita dell’uomo innanzi di poterlo mettere a frutto coi parti del proprio ingegno, a differenza del poco studio che bisognava agli antichi (8 settembre 1820). |
{{ZbPensiero|233/3}}A quello che ho detto, p. {{ZbLink|207}}, si può aggiungere quello che dice {{AutoreCitato|Francesco Algarotti|Algarotti}} dell’immenso studio che bisogna oggidí per divenir letterato di qualche pregio nel mondo, dove non passa piú per vero letterato chi non è enciclopedico, studio al quale solo basta appena la vita dell’uomo innanzi di poterlo mettere a frutto coi parti del proprio ingegno, a differenza del poco studio che bisognava agli antichi (8 settembre 1820). |
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{{ZbPensiero|233/4}}La compassione, come è determinata in gran parte dalla bellezza rispetto ai nostri simili, cosí anche {{pt|ri-|rispetto}} |
{{ZbPensiero|233/4}}La compassione, come è determinata in gran parte dalla bellezza rispetto ai nostri simili, cosí anche {{pt|ri-|rispetto}}{{SAL|358|4|Gimilzor}}<section end=2 /> |