Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/431: differenze tra le versioni

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Fioccavano i rimatori. Da ogni angolo d’Italia spuntavano sonetti e canzoni. Le ballate, i rispetti, gli stornelli, le forme spigliate della poesia popolare, andarono a poco a poco in disuso. Il petrarchismo invase uomini e donne. La posterità ha dimenticati i petrarchisti, e appena è se fra tanti rimatori sopravviva con qualche epiteto di lode il Casa, il Costanzo, {{AutoreCitato|Vittoria Colonna}}, {{AutoreCitato|Gaspara Stampa}}, Galeazzo di Tarsia e pochi altri, capitanati da {{AutoreCitato|Pietro Bembo}}, boccaccevole e petrarchista, tenuto allora principe della prosa e del verso.
Fioccavano i rimatori. Da ogni angolo d’Italia spuntavano sonetti e canzoni. Le ballate, i rispetti, gli stornelli, le forme spigliate della poesia popolare, andarono a poco a poco in disuso. Il petrarchismo invase uomini e donne. La posterità ha dimenticati i petrarchisti, e appena è se fra tanti rimatori sopravviva con qualche epiteto di lode il Casa, il Costanzo, {{AutoreCitato|Vittoria Colonna}}, {{AutoreCitato|Gaspara Stampa}}, Galeazzo di Tarsia e pochi altri, capitanati da {{AutoreCitato|Pietro Bembo}}, boccaccevole e petrarchista, tenuto allora principe della prosa e del verso.


Certo, prose e versi erano nel loro meccanismo di una buona fattura, e l’ultimo prosatore o rimatore scrivea più corretto e più regolato che parecchi pregiati scrittori de’ secoli scorsi. E perchè tutti scrivevano bene, e<span class="SAL">431,3,Alex brollo</span>
Certo, prose e versi erano nel loro meccanismo di una buona fattura, e l’ultimo prosatore o rimatore scrivea più corretto e più regolato che parecchi pregiati scrittori de’ secoli scorsi. E perchè tutti scrivevano bene, e{{SAL|431|3|Alex brollo}}