Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/297: differenze tra le versioni

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Se ora apri il ''{{TestoCitato|Decameron|Decamerone}}'', letta appena la prima novella, gli è come un cascar dalle nuvole e un domandarti col [[Autore:Francesco Petrarca|Petrarca]]: «Qui come venn’io o quando?» Non è una evoluzione, ma è una catastrofe, o una rivoluzione, che da un dì all’altro ti presenta il mondo mutato. Qui trovi il medio evo non solo negato, ma canzonato.
Se ora apri il ''{{TestoCitato|Decameron|Decamerone}}'', letta appena la prima novella, gli è come un cascar dalle nuvole e un domandarti col [[Autore:Francesco Petrarca|Petrarca]]: «Qui come venn’io o quando?» Non è una evoluzione, ma è una catastrofe, o una rivoluzione, che da un dì all’altro ti presenta il mondo mutato. Qui trovi il medio evo non solo negato, ma canzonato.


Ser Ciapperello è un Tartufo anticipato di parecchi secoli, con questa differenza, che il {{AutoreCitato|Molière}} te ne fa venire disgusto e ribrezzo, con l’intenzione di concitare gli uditori contro la sua ipocrisia, dove il [[Autore:Giovanni Boccaccio|Boccaccio]] ci si spassa con l’intenzione meno d’irritarti contro l’ipocrita, che di farti ridere a spese del suo confessore e de’ creduli frati e della credula plebe. Perciò l’arma del Molière è l’ironia sarcastica; l’arma del Boccaccio è l’allegra caricatura. Per giungere a queste forme e a queste<span class="SAL">297,4,Huxley</span><section end=s2/>
Ser Ciapperello è un Tartufo anticipato di parecchi secoli, con questa differenza, che il {{AutoreCitato|Molière}} te ne fa venire disgusto e ribrezzo, con l’intenzione di concitare gli uditori contro la sua ipocrisia, dove il [[Autore:Giovanni Boccaccio|Boccaccio]] ci si spassa con l’intenzione meno d’irritarti contro l’ipocrita, che di farti ridere a spese del suo confessore e de’ creduli frati e della credula plebe. Perciò l’arma del Molière è l’ironia sarcastica; l’arma del Boccaccio è l’allegra caricatura. Per giungere a queste forme e a queste{{SAL|297|4|Huxley}}<section end=s2/>