Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/385: differenze tra le versioni

Nessun oggetto della modifica
CandalBot (discussione | contributi)
m Bot: template SAL
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 3: Riga 3:
Da ciò si scorge il pensiero del Senato che intendeva creare una moneta la quale sostituisse i soldi ungheresi che valevano otto piccoli, ed i denari frisacensi, ossia di Aquileja, che avevano molto favore in quei paesi e si spendevano per un uguale valore.
Da ciò si scorge il pensiero del Senato che intendeva creare una moneta la quale sostituisse i soldi ungheresi che valevano otto piccoli, ed i denari frisacensi, ossia di Aquileja, che avevano molto favore in quei paesi e si spendevano per un uguale valore.


A me sembra di riconoscere in questo pezzo il soldo di una lira speciale, probabilmente adoperata nel regno di Servia e comune a tutti i vicini paesi slavi, la quale fu conservata dagli ungheresi e dai veneziani e restò per molto tempo ancora come lira di conto col nome di ''lira dalmata''. Anche il {{AutoreCitato|Vincenzo Lazari|Lazari}} parla di questa lira<ref>{{AutoreCitato|Vincenzo Lazari|Lazari}}, ''Monete dei possedimenti'', pag. 16.</ref> che si usava anche nel secolo XVIII: a proposito delle monete di Cattaro<ref>Idem, pag. 48 e 49.</ref> egli osserva che il grossetto di quella terra corrispondeva a due terzi del grosso veneziano e da varie circostanze accessorie arriva alla supposizione che questo grossetto si dividesse in quattro soldi minori, equivalenti a due terzi dei veneziani, e che erano quindi soldi di una lira particolare a quei paesi ed inferiore di altrettanto alla lira veneziana. È però degno di attenzione che il nome di soldo non è mai pronunciato tanto nei decreti surriferiti, quanto in una deliberazione conservata nel Capitolare delle Brocche sotto la data 13 agosto 1410<ref>{{Pt|[[../390#Documento B|Documento B]]|[[#Documento B|Documento B]]}}.</ref> in cui si stabiliscono le competenze dei lavoratori ed i cali del metallo a proposito delle monete che si fanno per Zara; così pure è adoperata la parola generica di <span class="SAL">385,3,Carlomorino</span>
A me sembra di riconoscere in questo pezzo il soldo di una lira speciale, probabilmente adoperata nel regno di Servia e comune a tutti i vicini paesi slavi, la quale fu conservata dagli ungheresi e dai veneziani e restò per molto tempo ancora come lira di conto col nome di ''lira dalmata''. Anche il {{AutoreCitato|Vincenzo Lazari|Lazari}} parla di questa lira<ref>{{AutoreCitato|Vincenzo Lazari|Lazari}}, ''Monete dei possedimenti'', pag. 16.</ref> che si usava anche nel secolo XVIII: a proposito delle monete di Cattaro<ref>Idem, pag. 48 e 49.</ref> egli osserva che il grossetto di quella terra corrispondeva a due terzi del grosso veneziano e da varie circostanze accessorie arriva alla supposizione che questo grossetto si dividesse in quattro soldi minori, equivalenti a due terzi dei veneziani, e che erano quindi soldi di una lira particolare a quei paesi ed inferiore di altrettanto alla lira veneziana. È però degno di attenzione che il nome di soldo non è mai pronunciato tanto nei decreti surriferiti, quanto in una deliberazione conservata nel Capitolare delle Brocche sotto la data 13 agosto 1410<ref>{{Pt|[[../390#Documento B|Documento B]]|[[#Documento B|Documento B]]}}.</ref> in cui si stabiliscono le competenze dei lavoratori ed i cali del metallo a proposito delle monete che si fanno per Zara; così pure è adoperata la parola generica di {{SAL|385|3|Carlomorino}}