Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/313: differenze tra le versioni

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''Effemeridi'' del celebre {{AutoreCitato|Eustachio Manfredi|Eustachio Manfredi}}, che l’editore dedicò al Duca di Parma Francesco Farnese, 1726; le opere del {{AutoreCitato|Carlo Sigonio|Sigonio}}, 1738, che dedicò all’Imperatore Carlo VI; l’opera numismatica del conte {{AutoreCitato|Francesco Mezzabarba Birago|Francesco Mezzabarba}}, ampliata ed arricchita colle medaglie dell’insigne Museo Farnese; le ''Lettere polemiche'' dell’ab. Bacchini, 1738; il ''Thesaurus novus veterum inscriptionum'' del {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}}, 1739; la ''Storia di Trino'' del can. {{AutoreCitato|Gian Andrea Irico|Giov. Andrea Irico}}; il libro De ''antiquis Ecclesiæ ritibus'' del padre Martene; e parecchie altre di minore importanza. Nè quest’uomo infaticabile attese solo alla pubblicazione dell’opere altrui, ma ne scrisse anche di proprie e da pari suo. Fra queste va celebrata la sua ''Bibliotheca Scriptorum mediolanensium'', della quale il primo volume dedicò alla Maestà dell’Imperatrice Maria Teresa, 1745. Ma fu quest’anno stesso che recò uno de’ più grandi dolori al suo cuore, la morte cioè della moglie Caterina Mocenni, 11 ottobre. Tra tutte le opere da lui pubblicate, la sola però che interessa specialmente i nostri studi fu l’ultima da lui edita in Milano coi tipi della Palatina, cioè le ''De monetis Italiæ variorum Virorum Dissertationes'', di cui il primo volume dedicò alla Santità di papa Benedetto XIV, 1750. Quattro anni dopo, mentre stava per dare alle stampe il quinto volume, a questo grande erudito ed infaticabile illustratore de’ monumenti d’Italia, a questo degno emulo del Muratori, toccò un altro lutto, e il massimo de’ dolori, la perdita dell’unico figlio Francesco, che s’era già conquistato esso pure un bel nome tra i letterati e gli eruditi. Francesco morì in Bologna nel 1754, dopo aver dato prova con varie opere, come sarebbe riuscito degno continuatore dell’attività paterna. Affranto da questo dolore più che <span class="SAL">313,4,Luigi62</span>
''Effemeridi'' del celebre {{AutoreCitato|Eustachio Manfredi|Eustachio Manfredi}}, che l’editore dedicò al Duca di Parma Francesco Farnese, 1726; le opere del {{AutoreCitato|Carlo Sigonio|Sigonio}}, 1738, che dedicò all’Imperatore Carlo VI; l’opera numismatica del conte {{AutoreCitato|Francesco Mezzabarba Birago|Francesco Mezzabarba}}, ampliata ed arricchita colle medaglie dell’insigne Museo Farnese; le ''Lettere polemiche'' dell’ab. Bacchini, 1738; il ''Thesaurus novus veterum inscriptionum'' del {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}}, 1739; la ''Storia di Trino'' del can. {{AutoreCitato|Gian Andrea Irico|Giov. Andrea Irico}}; il libro De ''antiquis Ecclesiæ ritibus'' del padre Martene; e parecchie altre di minore importanza. Nè quest’uomo infaticabile attese solo alla pubblicazione dell’opere altrui, ma ne scrisse anche di proprie e da pari suo. Fra queste va celebrata la sua ''Bibliotheca Scriptorum mediolanensium'', della quale il primo volume dedicò alla Maestà dell’Imperatrice Maria Teresa, 1745. Ma fu quest’anno stesso che recò uno de’ più grandi dolori al suo cuore, la morte cioè della moglie Caterina Mocenni, 11 ottobre. Tra tutte le opere da lui pubblicate, la sola però che interessa specialmente i nostri studi fu l’ultima da lui edita in Milano coi tipi della Palatina, cioè le ''De monetis Italiæ variorum Virorum Dissertationes'', di cui il primo volume dedicò alla Santità di papa Benedetto XIV, 1750. Quattro anni dopo, mentre stava per dare alle stampe il quinto volume, a questo grande erudito ed infaticabile illustratore de’ monumenti d’Italia, a questo degno emulo del Muratori, toccò un altro lutto, e il massimo de’ dolori, la perdita dell’unico figlio Francesco, che s’era già conquistato esso pure un bel nome tra i letterati e gli eruditi. Francesco morì in Bologna nel 1754, dopo aver dato prova con varie opere, come sarebbe riuscito degno continuatore dell’attività paterna. Affranto da questo dolore più che {{SAL|313|4|Luigi62}}