Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/264: differenze tra le versioni

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Si ammetterà facilmente che il medaglione d’oro, e, se si vuole, anche quello d’argento, fossero destinati alla circolazione; ma occorreranno ragioni convincenti per dimostrare che tale era il caso anche per il medaglione di bronzo. È vero che, per analogia, se i medaglioni d’oro e d’argento non erano altro che monete pesanti, multiple, lo dovevano es«sere anche quelli di bronzo, ma si comprenderà che quest’ipotesi non verrà accolta se non quando sarà confortata da motivi dedotti dai caratteri stessi del medaglione.
Si ammetterà facilmente che il medaglione d’oro, e, se si vuole, anche quello d’argento, fossero destinati alla circolazione; ma occorreranno ragioni convincenti per dimostrare che tale era il caso anche per il medaglione di bronzo. È vero che, per analogia, se i medaglioni d’oro e d’argento non erano altro che monete pesanti, multiple, lo dovevano es«sere anche quelli di bronzo, ma si comprenderà che quest’ipotesi non verrà accolta se non quando sarà confortata da motivi dedotti dai caratteri stessi del medaglione.


Per raggiungere il mio scopo, incomincierò dall’esaminare la moneta corrente senatoriale colle iniziali S • C, di cui nessuno vorrà negare che fosse, una vera moneta. E procurerò di dimostrare l’esistenza di monete pesanti senatoriali (medaglioni) che erano multipli dell’unità su cui si basava la moneta spicciola, poi di indagare la formazione di questi multipli con S • C, infine di chiarire le analogie<span class="SAL">264,3,Carlomorino</span><section end="2" />
Per raggiungere il mio scopo, incomincierò dall’esaminare la moneta corrente senatoriale colle iniziali S • C, di cui nessuno vorrà negare che fosse, una vera moneta. E procurerò di dimostrare l’esistenza di monete pesanti senatoriali (medaglioni) che erano multipli dell’unità su cui si basava la moneta spicciola, poi di indagare la formazione di questi multipli con S • C, infine di chiarire le analogie{{SAL|264|3|Carlomorino}}<section end="2" />