Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/194: differenze tra le versioni

 
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La testa d’Ottavio accoppiata con quella di M. Antonio è giustificata dalla rinnovazione del triumvirato, avvenuta due o tre anni prima, ossia nel 38 a. C. e che durava tuttavia, la rinnovazione essendo stata fatta per cinque anni. Difatti le medesime teste di M. Antonio, Ottavio e Ottavia si ritrovano sui bronzi simili e quasi contemporanei appartenenti alla famiglia ''Oppia'' (Oppius Capito); a proposito delle quali monete accennerò come a qualche numismatico, fra cui al Riccio e anche al Cchen, fosse nato il dubbio che la terza testa, oltre a quelle di M. Antonio e d’Ottavia, potesse esser quella d’Antillo. Ma se tale dubbio poteva nascere non avendo sott’occhio che bronzi di cattiva conservazione, quali sono in generale, come già dissi, quelli che ci sono pervenuti di quest’epoca, non può più sussistere quando si osservi il nuovo bellissimo bronzo, nel quale i tratti e l’età della testa accoppiata a quella di M. Antonio sono riconoscibilissimi per quelli d’Ottavio. La moneta è di fabbrica Siciliana, come tutte le altre che portavano il nome di Atratino, e probabilmente dell’officina di Palermo.
La testa d’Ottavio accoppiata con quella di M. Antonio è giustificata dalla rinnovazione del triumvirato, avvenuta due o tre anni prima, ossia nel 38 a. C. e che durava tuttavia, la rinnovazione essendo stata fatta per cinque anni. Difatti le medesime teste di M. Antonio, Ottavio e Ottavia si ritrovano sui bronzi simili e quasi contemporanei appartenenti alla famiglia ''Oppia'' (Oppius Capito); a proposito delle quali monete accennerò come a qualche numismatico, fra cui al Riccio e anche al Cchen, fosse nato il dubbio che la terza testa, oltre a quelle di M. Antonio e d’Ottavia, potesse esser quella d’Antillo. Ma se tale dubbio poteva nascere non avendo sott’occhio che bronzi di cattiva conservazione, quali sono in generale, come già dissi, quelli che ci sono pervenuti di quest’epoca, non può più sussistere quando si osservi il nuovo bellissimo bronzo, nel quale i tratti e l’età della testa accoppiata a quella di M. Antonio sono riconoscibilissimi per quelli d’Ottavio. La moneta è di fabbrica Siciliana, come tutte le altre che portavano il nome di Atratino, e probabilmente dell’officina di Palermo.


<span class="SAL">194,3,Carlomorino</span>
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