Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/113: differenze tra le versioni

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Da Gordiano <ref>Da Gallieno in poi, anche i medaglioni di bronzo rossiccio, colle Dee Monete, sono da considerarsi come medaglioni d’argento (ossia medaglioni inargentati che abbiano perduto l’argentatara). Prima, sotto Geta, Eliogabalo, Severo Alessandro, Massimino Trace e Filippo, quando la moneta d’argento era migliore, e contemporaneamente la moneta divisionaria di rame era pure abbondante, vi erano medaglioni colle Dee Monete, tanto in argento quanto in bronzo. Ma dacché la monetazione di rame si fece scarsa, questi ultimi cessarono.</ref> in poi, ne troviamo uno del peso di tre antoniniani, dodici da 4, tredici da 6, quattordici da 6, cinque da 7, e finalmente tre da 8. Più in là, cioè del doppio ''quaternio'', non vanno.
Da Gordiano <ref>Da Gallieno in poi, anche i medaglioni di bronzo rossiccio, colle Dee Monete, sono da considerarsi come medaglioni d’argento (ossia medaglioni inargentati che abbiano perduto l’argentatara). Prima, sotto Geta, Eliogabalo, Severo Alessandro, Massimino Trace e Filippo, quando la moneta d’argento era migliore, e contemporaneamente la moneta divisionaria di rame era pure abbondante, vi erano medaglioni colle Dee Monete, tanto in argento quanto in bronzo. Ma dacché la monetazione di rame si fece scarsa, questi ultimi cessarono.</ref> in poi, ne troviamo uno del peso di tre antoniniani, dodici da 4, tredici da 6, quattordici da 6, cinque da 7, e finalmente tre da 8. Più in là, cioè del doppio ''quaternio'', non vanno.
<span class="SAL">113,3,Carlomorino</span>
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