Pagina:Rivista italiana di numismatica 1888.djvu/525: differenze tra le versioni

 
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Queste circostanze, aggiunte ad altre, ci avevano suggerito dapprima di attribuire la medaglia a Leone Leoni<ref>Leone Leoni, aretino di nascita ma milanese per elezione, fu medaglista e scultore ufficiale di Carlo V, alla cui Corte si recò più volte in Fiandra ed in Germania. I Fugger potevano quindi aver fatto grata accoglienza allo scultore cesareo in occasione del suo passaggio per Angusta, ed egli avrebbe potuto modellarvi la medaglia del giovane Gerolamo. E poiché si trattava, non d’un personaggio importante, ma d’un giovinetto, l’artista medesimo avrebbe potuto ideare per la medaglia un rovescio di propria fantasia. In tal caso, egli sarebbe stato condotto facilmente a rappresentarvi un leone, suo soggetto favorito, ed a porvi la leggenda: DOMINVS CVSTODIT ME, tanto somigliante ad un’altra già da lui usata qualche anno prima per una medaglia di Paolo III, cioè: DOMINVS CVSTODIT TE, DOMINVS PROTECTIO TVA, mentre, si noti, nessun altro medaglista italiano del Binascimento fece uso d’una leggenda simile.</ref>. Questi infatti, come risulta dalle date di alcune sue lettere pubblicate nella splendida opera del Sig. Plon, si trovava appunto ad Augusta sul principio di dicembre del 1549, e vi si trattenne certamente più del tempo necessario per modellare una medaglia.<ref>''Les maitres italiens au service de la Maison d’Autriche, — Leone Leoni sculpteur de Charles-Quint et Pompeo Leoni sculpteur de Philippe II — par'' {{Sc|Eugène Plon}}. — Paris, E. Plon, Nourrit et C.,<sup>ie</sup> 1887. — Pag. 54-55, e pag. 57.</ref>
Queste circostanze, aggiunte ad altre, ci avevano suggerito dapprima di attribuire la medaglia a Leone Leoni<ref>Leone Leoni, aretino di nascita ma milanese per elezione, fu medaglista e scultore ufficiale di Carlo V, alla cui Corte si recò più volte in Fiandra ed in Germania. I Fugger potevano quindi aver fatto grata accoglienza allo scultore cesareo in occasione del suo passaggio per Angusta, ed egli avrebbe potuto modellarvi la medaglia del giovane Gerolamo. E poiché si trattava, non d’un personaggio importante, ma d’un giovinetto, l’artista medesimo avrebbe potuto ideare per la medaglia un rovescio di propria fantasia. In tal caso, egli sarebbe stato condotto facilmente a rappresentarvi un leone, suo soggetto favorito, ed a porvi la leggenda: DOMINVS CVSTODIT ME, tanto somigliante ad un’altra già da lui usata qualche anno prima per una medaglia di Paolo III, cioè: DOMINVS CVSTODIT TE, DOMINVS PROTECTIO TVA, mentre, si noti, nessun altro medaglista italiano del Binascimento fece uso d’una leggenda simile.</ref>. Questi infatti, come risulta dalle date di alcune sue lettere pubblicate nella splendida opera del Sig. Plon, si trovava appunto ad Augusta sul principio di dicembre del 1549, e vi si trattenne certamente più del tempo necessario per modellare una medaglia.<ref>''Les maitres italiens au service de la Maison d’Autriche, — Leone Leoni sculpteur de Charles-Quint et Pompeo Leoni sculpteur de Philippe II — par'' {{Sc|Eugène Plon}}. — Paris, E. Plon, Nourrit et C.,<sup>ie</sup> 1887. — Pag. 54-55, e pag. 57.</ref>


Quanto al pregio del lavoro, si riconoscerà che, se il diritto della medaglia di G. Fugger, pure essendo egregiamente modellato, non presenta nulla di notevole trattandosi di un semplice ritratto di giovinetto, il rovescio è una composizione graziosissima, <span class="SAL">525,3,Carlomorino</span>
Quanto al pregio del lavoro, si riconoscerà che, se il diritto della medaglia di G. Fugger, pure essendo egregiamente modellato, non presenta nulla di notevole trattandosi di un semplice ritratto di giovinetto, il rovescio è una composizione graziosissima, {{SAL|525|3|Carlomorino}}