Pagina:Rivista italiana di numismatica 1888.djvu/447: differenze tra le versioni

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Come abbiamo più suaccennato, colla pubblicazione di questa nuova serie di monete che crediamo esauriscano o quasi quelle rinvenute nel ripostiglio di Siderunda, ci pare che qualunque dubbio sull’autenticità di esse debba essere scomparso. Che se mai alcuno vi persistesse, non potrebbe farci cosa più grata che esponendoci con tutta franchezza le proprie ragioni. Se mai tali ragioni fossero buone al punto da provare che noi siamo in errore, ebbene noi non ci terremo per questo disonorati... neanche numismaticamente! Non saremmo certo i primi che hanno dato per buona una moneta falsa, né saremo gli ultimi, e ci troveremo anzi in buonissima compagnia, cominciando dal {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}} e dallo {{AutoreCitato|Guido Antonio Zanetti|Zanetti}} fino al Mionnet, al Barone d’Ailly, che descrisse i famosi ''denari reali'' dell’antica Roma, e a tanti distinti numismatici viventi che ommettiamo.... per brevità.
Come abbiamo più suaccennato, colla pubblicazione di questa nuova serie di monete che crediamo esauriscano o quasi quelle rinvenute nel ripostiglio di Siderunda, ci pare che qualunque dubbio sull’autenticità di esse debba essere scomparso. Che se mai alcuno vi persistesse, non potrebbe farci cosa più grata che esponendoci con tutta franchezza le proprie ragioni. Se mai tali ragioni fossero buone al punto da provare che noi siamo in errore, ebbene noi non ci terremo per questo disonorati... neanche numismaticamente! Non saremmo certo i primi che hanno dato per buona una moneta falsa, né saremo gli ultimi, e ci troveremo anzi in buonissima compagnia, cominciando dal {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}} e dallo {{AutoreCitato|Guido Antonio Zanetti|Zanetti}} fino al Mionnet, al Barone d’Ailly, che descrisse i famosi ''denari reali'' dell’antica Roma, e a tanti distinti numismatici viventi che ommettiamo.... per brevità.


È solo chi non fa nulla o non dice nulla che non si trova mai in pericolo di sbagliare. Chiunque fa o scrive è esposto ad errare, e noi preferiamo stare coi secondi piuttosto che coi primi. Col che però non<span class="SAL">447,3,Carlomorino</span>
È solo chi non fa nulla o non dice nulla che non si trova mai in pericolo di sbagliare. Chiunque fa o scrive è esposto ad errare, e noi preferiamo stare coi secondi piuttosto che coi primi. Col che però non{{SAL|447|3|Carlomorino}}