Pagina:Rivista italiana di numismatica 1888.djvu/170: differenze tra le versioni
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Siamo all’epoca più splendida dell’arte romana e questi due denari sono il prodotto di un’arte finissima, come si potrà osservare alla tavola. Alto ne è il rilievo, accuratissimo il conio, correttissimo lo stile, quale anzi meglio si addirebbe alle monete d’oro che a quelle d’argento. |
Siamo all’epoca più splendida dell’arte romana e questi due denari sono il prodotto di un’arte finissima, come si potrà osservare alla tavola. Alto ne è il rilievo, accuratissimo il conio, correttissimo lo stile, quale anzi meglio si addirebbe alle monete d’oro che a quelle d’argento. |
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Noto questo per concludere che i due denari in discorso, di buonissimo argento, escono dalla zecca ufficiale di Roma, e non possono in alcun modo esser creduti l’opera di un falsario. — Sono dunque il prodotto isolato del capriccio di un incisore? o furono così fatti ad un determinato scopo? Rappresentano essi una prova non adottata? — E perchè abbiamo due soli esemplari colla testa a sinistra in tutto il regno di Trajano, mentre subito dopo con Adriano vediamo diffondersi tale uso poco meno che al tempo |
Noto questo per concludere che i due denari in discorso, di buonissimo argento, escono dalla zecca ufficiale di Roma, e non possono in alcun modo esser creduti l’opera di un falsario. — Sono dunque il prodotto isolato del capriccio di un incisore? o furono così fatti ad un determinato scopo? Rappresentano essi una prova non adottata? — E perchè abbiamo due soli esemplari colla testa a sinistra in tutto il regno di Trajano, mentre subito dopo con Adriano vediamo diffondersi tale uso poco meno che al tempo {{SAL|170|3|Carlomorino}} |