Pagina:Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/34: differenze tra le versioni

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pregi della siriaca della ''Pescito'', elaborata su purissimi testi, e fra le ambagi di somali Filologi, ne rafferma l’antichità con prove sfuggile all’acume dei più perspicaci{{§|28|<ref>{{Pagina|Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/44|28}}</ref>}}. Quindi celebra Alberto Pio di Carpi, memorando per ingegno e grandezza di concetti, munifico verso le lettere e verso le arti, che pel primo forse in Italia, con largo dispendio, fé trascrivere alcuni codici Siriaci ed altri scritti in lingue orientali dei quali ne porge accurato ragguaglio{{§|29|<ref>{{Pagina|Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/44|29}}</ref>}}. Poi dalle investigazioni più severe e riservate ai pochi, trapassando alle più amene e di facile diletto, sui campi ognora delle bibliche discipline, coglie fiori pieni di venustà e di fragranza, e li porge ai cultori della greca, della Ialina, dell’Italica letteratura.
pregi della siriaca della ''Pescito'', elaborata su purissimi testi, e fra le ambagi di somali Filologi, ne rafferma l’antichità con prove sfuggile all’acume dei più perspicaci{{§|28|<ref>{{Pagina|Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/44|28}}</ref>}}. Quindi celebra Alberto Pio di Carpi, memorando per ingegno e grandezza di concetti, munifico verso le lettere e verso le arti, che pel primo forse in Italia, con largo dispendio, fé trascrivere alcuni codici Siriaci ed altri scritti in lingue orientali dei quali ne porge accurato ragguaglio{{§|29|<ref>{{Pagina|Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/44|29}}</ref>}}. Poi dalle investigazioni più severe e riservate ai pochi, trapassando alle più amene e di facile diletto, sui campi ognora delle bibliche discipline, coglie fiori pieni di venustà e di fragranza, e li porge ai cultori della greca, della Ialina, dell’Italica letteratura.


Gli uni ricrea d’infinito diletto, mostrando il culto delle greche lettere diffuso presso gli antichi Israeliti, dalle scuole dei grammatici Alessandrini, dopo che l’Oriente fu soggiogato dal Macedone{{§|30|<ref>{{Pagina|Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/44|30}}</ref>}}. Col Siracide alla mano, non che cogli allri scrittori dell’antico patto ad esso posteriori, pone a riscontro le locuzioni, le imagini, le sentenze dei medesimi, con quelle di Omero, dei gnomici greci e specialmente di Teognide, e di ogni altro più famoso, sicché ben veggasi con quanta disciplina e magistero di somiglianza, le une si specchiano nelle altre. — Agli amatori della Romana filologia inculca col {{AutoreCitato|Salomon Gessner|Gessner}} di tener conto dell’antica vulgata Itala anteriore ai tempi di Girolamo, come di un classico scritto, e di una fonte di latinità; ed egli stesso accresce le dovizie dei lessici moderni più accurati e compiuti{{§|31|<ref>{{Pagina|Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/45|31}}</ref>}}. E poiché l’età nostra, profondamente scossa dalla voce dell’{{AutoreCitato|Dante Alighieri|Allighieri}}, gli rende gli onori negati in tempi frivoli e vanitosi, il {{AutoreCitato|Cavedoni}} unisce anch’egli la sua parola, per porgere un tributo di ammirazione al divino poeta, e questa parola ei la <span class="SAL">34,3,Carlomorino</span>
Gli uni ricrea d’infinito diletto, mostrando il culto delle greche lettere diffuso presso gli antichi Israeliti, dalle scuole dei grammatici Alessandrini, dopo che l’Oriente fu soggiogato dal Macedone{{§|30|<ref>{{Pagina|Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/44|30}}</ref>}}. Col Siracide alla mano, non che cogli allri scrittori dell’antico patto ad esso posteriori, pone a riscontro le locuzioni, le imagini, le sentenze dei medesimi, con quelle di Omero, dei gnomici greci e specialmente di Teognide, e di ogni altro più famoso, sicché ben veggasi con quanta disciplina e magistero di somiglianza, le une si specchiano nelle altre. — Agli amatori della Romana filologia inculca col {{AutoreCitato|Salomon Gessner|Gessner}} di tener conto dell’antica vulgata Itala anteriore ai tempi di Girolamo, come di un classico scritto, e di una fonte di latinità; ed egli stesso accresce le dovizie dei lessici moderni più accurati e compiuti{{§|31|<ref>{{Pagina|Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/45|31}}</ref>}}. E poiché l’età nostra, profondamente scossa dalla voce dell’{{AutoreCitato|Dante Alighieri|Allighieri}}, gli rende gli onori negati in tempi frivoli e vanitosi, il {{AutoreCitato|Cavedoni}} unisce anch’egli la sua parola, per porgere un tributo di ammirazione al divino poeta, e questa parola ei la {{SAL|34|3|Carlomorino}}