Pagina:Le confessioni di un ottuagenario I.djvu/515: differenze tra le versioni

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<span class="SAL">515,1,ThomasBot</span>senza forza senza dignità senza consiglio; il popolo e i signori del paese spartiti in diverse opinioni le une piú strane e fallaci delle altre. Ma moltissimi che giorni prima aveano gridato evviva agli usseri d’Ungheria e ai dragoni di Boemia, plaudivano allora ai sanculotti di Parigi. Questo era il frutto della nullaggine politica di tanti secoli: non si credeva piú di essere al mondo che per guardare; spettatori e non attori. Gli attori si fanno pagare, e chi sta in poltrona è giusto che compensi quelli che si movono per lui...
{{SAL|515|1|ThomasBot}}senza forza senza dignità senza consiglio; il popolo e i signori del paese spartiti in diverse opinioni le une piú strane e fallaci delle altre. Ma moltissimi che giorni prima aveano gridato evviva agli usseri d’Ungheria e ai dragoni di Boemia, plaudivano allora ai sanculotti di Parigi. Questo era il frutto della nullaggine politica di tanti secoli: non si credeva piú di essere al mondo che per guardare; spettatori e non attori. Gli attori si fanno pagare, e chi sta in poltrona è giusto che compensi quelli che si movono per lui...


Il generale in capite Napoleone Buonaparte (cosí lo chiamavano allora) dimorava in casa Florio. Chiesi di abboccarmi con essolui affermando di aver a fare gravissime comunicazioni sopra cose avvenute nella provincia, e siccome egli mestava in fin d’allora nel torbido coi malcontenti veneziani, cosí mi venne concessa un’udienza. Questo perché non lo seppi che in appresso.
Il generale in capite Napoleone Buonaparte (cosí lo chiamavano allora) dimorava in casa Florio. Chiesi di abboccarmi con essolui affermando di aver a fare gravissime comunicazioni sopra cose avvenute nella provincia, e siccome egli mestava in fin d’allora nel torbido coi malcontenti veneziani, cosí mi venne concessa un’udienza. Questo perché non lo seppi che in appresso.