Pagina:Le confessioni di un ottuagenario I.djvu/369: differenze tra le versioni

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<span class="SAL">369,1,ThomasBot</span>pranzo i parenti di Fratta per isvagarli da questi dispiaceri famigliari, l’illustrissimo signor Conte fu oltremodo inquieto di vedersi chiamar dal cognato in uno stanzino appartato. Ognivolta che gli accadeva di doversi dividere dal fido Cancelliere, si sa ch’egli rimaneva come una candela senza stoppino. Tuttavia fece di necessità virtù, e con molti sospiri seguí il cognato ov’egli lo voleva. Questi rinchiuse la porta a doppio giro di chiave, tirò giù le cortinette verdi della finestra, aperse con gran precauzione il cassetto piú segreto dello scrittoio, ne trasse un piego, e glielo porse dicendogli:
{{SAL|369|1|ThomasBot}}pranzo i parenti di Fratta per isvagarli da questi dispiaceri famigliari, l’illustrissimo signor Conte fu oltremodo inquieto di vedersi chiamar dal cognato in uno stanzino appartato. Ognivolta che gli accadeva di doversi dividere dal fido Cancelliere, si sa ch’egli rimaneva come una candela senza stoppino. Tuttavia fece di necessità virtù, e con molti sospiri seguí il cognato ov’egli lo voleva. Questi rinchiuse la porta a doppio giro di chiave, tirò giù le cortinette verdi della finestra, aperse con gran precauzione il cassetto piú segreto dello scrittoio, ne trasse un piego, e glielo porse dicendogli:


- Leggete; ma per pietà silenzio! mi affido a voi perché so chi siete.
- Leggete; ma per pietà silenzio! mi affido a voi perché so chi siete.