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Tuttavia le monete pesanti senatoriali, quantunque relativamente abbondanti (in particolare nella loro gradazione inferiore, quella, da 5 assi) non sono da considerarsi come qualità speciali di monete, ma come multipli che venivano coniati in certe occasioni.
Tuttavia le monete pesanti senatoriali, quantunque relativamente abbondanti (in particolare nella loro gradazione inferiore, quella, da 5 assi) non sono da considerarsi come qualità speciali di monete, ma come multipli che venivano coniati in certe occasioni.


Ciò vien confermato da un’altra particolarità delle monete pesanti. Queste infatti non tengono calcolo veruno del sesterzio. In caso diverso la formazione dei multipli avrebbe per base un numero pari di assi, 6, 8, 10, 12; così avrebbero potuto circolare come pezzi da un sesterzio e mezzo, da due, da due e mezzo e da tre sesterzii. Invece i pezzi, che abbiamo visti, da 5 1/2 e da 7 1/2 assi, e i multipli dispari da 5, 7, 9 assi, non si accordano col conteggio a sesterzii, perchè darebbero 1 sesterzio e l/8, 1 1/4, 1 3/4, 1 7/8, e 2 sesterzii e 1/4.
Ciò vien confermato da un’altra particolarità delle monete pesanti. Queste infatti non tengono calcolo veruno del sesterzio. In caso diverso la formazione dei multipli avrebbe per base un numero pari di assi, 6, 8, 10, 12; così avrebbero potuto circolare come pezzi da un sesterzio e mezzo, da due, da due e mezzo e da tre sesterzii. Invece i pezzi, che abbiamo visti, da 5 1/2 e da 7 1/2 assi, e i multipli dispari da 5, 7, 9 assi, non si accordano col conteggio a sesterzii, perchè darebbero 1 sesterzio e 1/8, 1 1/4, 1 3/4, 1 7/8, e 2 sesterzii e 1/4.


E ciononostante, è certo che le monete pesanti hanno veramente circolato, come lo dimostra la loro conservazione che è spesso mediocre, il loro impronto che di frequente è logoro, ed il fatto che se ne trovano nei ripostigli, frammiste alle altre monete. È probabile che per le monete pesanti si usasse un termine tecnico, il quale esprimesse il numero di assi che contenevano, e fosse quindi analogo ai termini di ''dupondius'', o di ''binio'', ''ternio'', ''quaternio'', ecc., e non già a quelli di sesterzio, quinario, ecc., che indicavano una data qualità di monete.
E ciononostante, è certo che le monete pesanti hanno veramente circolato, come lo dimostra la loro conservazione che è spesso mediocre, il loro impronto che di frequente è logoro, ed il fatto che se ne trovano nei ripostigli, frammiste alle altre monete. È probabile che per le monete pesanti si usasse un termine tecnico, il quale esprimesse il numero di assi che contenevano, e fosse quindi analogo ai termini di ''dupondius'', o di ''binio'', ''ternio'', ''quaternio'', ecc., e non già a quelli di sesterzio, quinario, ecc., che indicavano una data qualità di monete.
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Un’altra particolarità è la limitazione delle monete pesanti entro certi limiti di peso. Anche quelle della gradazione infima da 6 assi, non discendono mai di molto sotto ai 18 grammi, neppure ai tempi di Gallieno, e non sorpassano di molto nel I secolo i 31 gr., nel II e nel III i 36 gr. Soltanto sotto Caracalla e Decio abbiamo qualche moneta pesante di 40 a 60 grammi, ma questi casi sono rari, talchè possiamo considerarli come eccezioni. In complesso, le monete pesanti si aggirano fra i 20 e i 40 grammi.
Un’altra particolarità è la limitazione delle monete pesanti entro certi limiti di peso. Anche quelle della gradazione infima da 6 assi, non discendono mai di molto sotto ai 18 grammi, neppure ai tempi di Gallieno, e non sorpassano di molto nel I secolo i 31 gr., nel II e nel III i 36 gr. Soltanto sotto Caracalla e Decio abbiamo qualche moneta pesante di 40 a 60 grammi, ma questi casi sono rari, talchè possiamo considerarli come eccezioni. In complesso, le monete pesanti si aggirano fra i 20 e i 40 grammi.


Non meno notevole è l’ordine cronologico in cui appaiono per la prima volta le diverse gradazioni, nonché la loro frequenza. Quantunque il pezzo da 5 assi continui ad essere coniato da Galba in poi sotto tutti i regni, sotto <span class="SAL">277,3,Carlomorino</span>
Non meno notevole è l’ordine cronologico in cui appaiono per la prima volta le diverse gradazioni, nonché la loro frequenza. Quantunque il pezzo da 5 assi continui ad essere coniato da Galba in poi sotto tutti i regni, sotto {{SAL|277|3|Carlomorino}}