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che lo stesso {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}}, e molto più {{AutoreCitato|Vincenzo Bellini (numismatico)|Bellini}}, fecero conoscere. La mia proposizione ha però bisogno di essere avvalorata, locchè aspettar si può da qualche erudito di quel paese, che regalar volesse la repubblica letteraria di una storia di quella Zecca, scritta di proposito e ordinatamente, non avendo l’abate Doneda fatto che delibar, la materia.
che lo stesso {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}}, e molto più {{AutoreCitato|Vincenzo Bellini (numismatico)|Bellini}}, fecero conoscere. La mia proposizione ha però bisogno di essere avvalorata, locchè aspettar si può da qualche erudito di quel paese, che regalar volesse la repubblica letteraria di una storia di quella Zecca, scritta di proposito e ordinatamente, non avendo l’abate {{AutoreCitato|Carlo Doneda|Doneda}} fatto che delibar, la materia.


Per difetto di questa desiderata scrittura siamo all’oscuro del diploma di concessione, che di certo non può essere stato che del primo Federico, qualche anno prima della pace di Costanza, o immediatamente dopo. Ignoriamo parimenti il tempo preciso in cui siasi dato mano ad approfittare del conseguito privilegio; ma per il documento di cui fu fatto cenno trattando della zecca di Cremona, si può fissare all’anno 1183, od all’anno dopo, l’apertura dell’officina monetaria bresciana. Il Doneda ha dimostrato che moneta patria si nominava già in una sentenza arbitrale del 1184, data in quella città<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Guido Antonio Zanetti|Zanetti}}}}, Raccolta, ecc. Vol. IV, pag. 410-412.</ref>, per tacer di due cronache di quei tempi che ne parlano<ref>Ivi e nota 274.</ref>.
Per difetto di questa desiderata scrittura siamo all’oscuro del diploma di concessione, che di certo non può essere stato che del primo Federico, qualche anno prima della pace di Costanza, o immediatamente dopo. Ignoriamo parimenti il tempo preciso in cui siasi dato mano ad approfittare del conseguito privilegio; ma per il documento di cui fu fatto cenno trattando della zecca di Cremona, si può fissare all’anno 1183, od all’anno dopo, l’apertura dell’officina monetaria bresciana. Il Doneda ha dimostrato che moneta patria si nominava già in una sentenza arbitrale del 1184, data in quella città<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Guido Antonio Zanetti|Zanetti}}}}, Raccolta, ecc. Vol. IV, pag. 410-412.</ref>, per tacer di due cronache di quei tempi che ne parlano<ref>Ivi e nota 274.</ref>.
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Incerta è la fondazione di questa Zecca, volendola taluni far derivare da Arrigo II imperatore, nel 1046; su di che è a vedersi {{AutoreCitato|Muratori}}, che ristampò con {{Pt|dub-|dubbiezza }}
Incerta è la fondazione di questa Zecca, volendola taluni far derivare da Arrigo II imperatore, nel 1046; su di che è a vedersi {{AutoreCitato|Muratori}}, che ristampò con {{Pt|dub-|dubbiezza }}
<span class="SAL">530,3,Carlomorino</span>
{{SAL|530|3|Carlomorino}}