Teatro Historico di Velletri/Guerre Antiche di Velletri: differenze tra le versioni

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Si conservarono nell'innato ardimento li nostri Velletrani, perche essendo nata gara in Roma trà li Tribuni, e li Patritij per la pretensione, che quelli havevano di fare eleggere un Console Plebeo, onde si trattennero l'Elettioni de' Supremi Magistrati da cinque Anni in circa, e si lasciarono in abbandono li più importanti affari della Republica. Da questo li nostri Velletrani divenuti più altieri, et invigoriti per l'otio di qualche tempo, scorsero, predando più volte il territorio Romano, e con molta bravura tentarono di pigliare Tuscolo. Erano i Tuscolani amici, anzi Cittadini Romani, e perciò ricorsero per aiuto al Senato. Sentito ciò, e li Padri, e la Plebe di simile novella si vergognarono non poco, che fù caggione di far nuovi Tribuni Militari, quali con prestezza radunaron'un'Essercito, e s'opposero a' Velletrani, li scacciarono dall'assedio, gl'inculcarono sin dentro le mura di Velletri, et assediarono la Città con maggior strettezza, che non havevano li nostri assediato Tuscolo, ''Veliterni Coloni gestientes otio, quod nullus Exercitus Romanus esset, et agrum Romanum aliquoties incursavere, et Tusculum oppugnare adorsi sunt, etc. Obsidebanturq. haud paulò vi maiore Velitræ quam Tusculum obsessum fuerat''. Da' Tribuni, et Soldati assedianti non si fece cosa di rilievo, che fusse stata degna di memoria, stante il valore de' Cittadini, e fortezza della Città, ''Nihil ne ab vis quidem Tribunis ad Velitras memorabile factum''. Quanto fosse grave quest'Assedio, si puol argomentare da questo, che li Romani non potevano celebrare li Comitij, se prima non tornavano li Soldati da Velletri, dove ne stava un grandissimo numero, cosa mai, o pochissime volte occorsa in altri assedij, ''Velitris in Exercitu Plebis magnam parte abesse, in adventum militum Comitia differre debere''. Hor consideri il Lettore, quanto numeroso fosse l'Essercito de' Romani, qual fosse la fortezza della Città, e quanto il valore de' Velletrani. Si congregarono alla fine li Comitij, ne' quali si proposero molte cose, particolarmente la creatione di Dieci huomini in vece di Due, per le cose Sagre, che parte fossero della Plebe, e parte de' Patritij, ma niuna cosa si risolvè, se non doppo levato l'assedio da Velletri, ''Omnium earum rogationum Comitia in adventum eius Exercitus differunt, qui Velitras obsidebat''. Ma perche li nostri Cittadini si portarono coraggiosamente in defender la Patria; scorse più d'un'Anno avanti, che senza frutto alcuno si levasse l'assedio, ''Priùs circumactus est Annus, quam à Velitris reducerentur Legiones''. E fù così lungo l'Assedio, et à Romani noioso, che si cominciò a mormorare alla gagliarda, che la gioventù Romana stasse occupata, e trattenuta nell'Assedio di Velletri, come in Esilio. Così tra gl'altri richiami diceva Licinio Sesto, ''Deinde ablegatione Iuventutis ad Veliternum Bellum'', perche tutte le Guerre terminarono, tutti li motivi de' Stranieri s'ismorzarono, e tutti li Popoli nemici si quietarono, solamente rimase l'Assedio di Velletri, quale stimavano ancora di sicura vittoria, benche di lungo tempo, ''Cum præter Velitrarum Obsidionem tardi magis rerum exitus, quam dubii, quietæ externæ res Romanis essent'', tanto registra l'istesso Livio. Quello ch'io noto in questo Autore, è che per non registrare il valore de' nostri Cittadini, et il poco profitto de' Romani in questo assedio, sicome non poteva registrare la vittoria, ne meno hà voluto scrivere la di loro poco honorevole partenza, e perciò raggionevolmente il Loritho d'un tal silentio si maraviglia, dicendo ''Mirum cur non vel dissolutionis, vel expugnationis alicubi meminerit Livius''.
 
Continuavasi l'Assedio in Velletri, e quantunque poi suscitassero nuovi rumori, e si facessero per altre parti levate di genti contro Romani, mai abbandonarono la nostra Città, tanto assediata, quanto odiata; perche sapevano li Padri del Senato molto bene quanto potente essa fosse; e se doppo molt'anni partirono, fù senza profitto; perche nel Cons. <small>XCV.</small> essendo Consoli Caio Fabio, e Caio Plautio, li Privernati, e Velletrani, come popoli non solamente di natione, ma d'amicitia, fecero grandissimo impeto in dar il guasto al Contado Romano, con danno notabilissimo della Republica, e fù in quel mentre, che li Tarquiniensi in un fatto d'armi roppero l'Essercito di Caio Fabio Console, e fecero un scelerato Sacrificio di Trecento, e sette Soldati Romani, crudeltà tanto horrenda, che più dispiacque al Senato, che la sconfitta dell'Essercito, ''Accessit ad eamdem Cladem, et Vastatio Romani agri, quàm Privernates, Veliterni deinde incursione repentina fecerunt'', disse Livio.
 
Doppo Diecedotto anni, ne' quali molte Guerre si fecero trà Romani, Volsci, et altri Popoli, Lucio Annio Setino, e Lucio Numicio Circeiense, le Patrie de' quali erano Colonie Romane, givano sollevando li popoli, tanto della nostra Natione, quanto della Latina, e de' Confederati, fecero grandissima impressione