Teatro Historico di Velletri/Guerre Antiche di Velletri: differenze tra le versioni

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Perche nel Consolato <small>XX.</small> essendo Consoli Tito Sicinio, e Caio Aquilio, si guerreggiò contro Romani, invadendo il loro territorio li nostri Volsci congionti con gl'Equi, e perche si mossero ancora gl'Hernici, contro quelli andò Caio Aquilio, che di tal maniera gl'intimorì, che se ne fuggirono veloci sparsi in diversi luoghi, e lasciarono la loro campagna in preda à nemici, ''Nemine audente congredi'' (dice Dionisio) Sicinio venne contro Volsci, e con il nervo dell'Essercito gionse in Velletri, dove come in Città principale della Natione stava Attio Tullo con bellissimo, e copiossissimo Essercito, ''Sicinius in Volscos missus cum robure copiarum in Veliernum agrum irrupit, nam ibi erat Tullus Actius Volscorum Dux cum florentissimo Exercitu volens Romanorum socios debellare primum, sicut Martius in initio fecerat''. Voleva seguitar l'impresa di Martio il Capitano, perche vinti, e debellati gl'amici, e confederati de' Romani, gli si rendeva facile di atterrare col suo poderoso Essercito la Romana Repubblica; si guerreggiò poco distante dalla nostra Città verso la montagna in luoghi disastrosi, e pieni di sassi, molto fastidiosi per li Cavalieri dell'una, e l'altra parte, ''Fuit autem locus medius, in quo pugnandum erat Tumulus saxosus, et salebrosus, ubi Equitatus neutris esset usui''. Si combattè per qualche buono spatio del giorno, senza vantaggio, e questo veniva per la dissuguaglianza del sito, ch'apportava hora à Volsci, et hora à Romani notabile giovamento, intanto, che non lasciava prendere la vittoria più all'una, ch'all'altra parte, ''Itaque ad multum diei Marte æquo certatum, quia loci natura inæqualis, nunc hos, nunc illos innabat''; s'incrudeliva la guerra, li Romani riempivano le Fosse con rami d'arbori, et altre materie, et Tullo coraggiosamente con una squadra de' suoi più valorosi scorreva, e soccorreva ove vedeva maggior bisogno; faceva egli gloriose prodezze, ma alla fine ne restò ferito, e morto, ''Occurrit Tullus Actius cum valentissimis, et audacissimis edens multa præclara facinora, erat enim pugnator robustus, et manu promptus, sed Imperio parum idoneus, ibi labore fessus, opplessusq. vulneribus cecidit''; tanto riferisce Dionisio, e lo conferma il Sabellico con queste parole, ''In Veliterno Agro cum Tullo Actio iusto, cruentoq. Bello concursum, ibiq. Actium Tullium fortiter dimicantem pluribus vulneribus acceptis, mortem occubuisse, etc''.
 
Continovarono le Guerre de' nostri Volsci con scambievoli fortune, quali non racconto, perche voglio registrar solamente le particolari de' Velletrani, come fù quella al tempo del Dittatore Cornelio Cosso, che se bene fù Guerra mista di più Nationi, cioè Volsci, Latini, et Equi, vi s'aggiunsero specialmente le Genti di Circeio, e di Velletri, dice Livio, ''Volscorum Exercitus fuit, etc. Ad hoc Latini, Hernici accesserunt, et Circeiensium, et Coloni à Velitris''. Havendo il Dittatore fatto Maestro di Cavalieri Tito Quintio Capitolino andò di persona all'oppugnatione di Essercito cosi formidabile; s'accampò in luogo avantagioso, e doppo gl'augurij superstitiosi, e sacrificij vani fatti à falsi Dei, si presentò la mattina per tempo avanti à suoi Soldati, che di loro arnesi s'armavano per la futura battaglia, per la quale aspettando stavano attenti il segno propostoli per ordine dell'istesso Dittatore. Questo con breve concione per darli coraggio, et animo al ben ferire, gli diede speranza della vittoria, e gli promisse, per li felici augurij havuti, il favore de' Dei. Finalmente doppo haver dato al Maestro de' Cavalieri gl'ordini necessarij, si diede principio alla zuffa. Furono in questa battaglia li Cavalieri Romani li primi à dar con impeto sopra la Fanteria de' Volsci, à quali cagionarono tanto scompiglio, e disordine, che n'apportò timore fino all'ultima schiera; onde li Soldati, che dovevano con l'armi in mano difendere la vita, la libertà, e la Patria, gettate l'armi altrove, si davano in fuga. Durò il conflitto fino alla notte, ne furono fatti molti prigioni, de' quali la maggior parte fù riconosciuta essere de' Latini, et Hernici''