Teatro Historico di Velletri/Guerre Antiche di Velletri: differenze tra le versioni

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La prima Guerra de' Volsci contro Romanila fecero li Velletrani, non già nel tempo di Tarquinio Superbo, quando intende Livio di sopra accennato, ma nell'Impero di Anco Martio Quarto Rè de'l Romani, più di Cento Anni avanti, cosi registra Dionisio; perche terminata la Guerra de Veienti, li Velletrani cominciarono loro ad infestar Roma, con saccheggiargli il proprio territorio, per lo che fù di mestiere, che Anco Martio spedisse numeroso Essercito per far resistenza al valore, e furor de' Volsci, come fece; dal quale scacciati i Soldati, che depredavano, acquistata la nostra Campagna, assediata la Città con fortificazioni, e ripari, voleva dar l'assalto, ma à preghiere de' Cittadini, che s'obligarono di risarcire gli danni fatti, e dargli in mano li Soldati colpevoli, si fece tregua, e poi si stabilì la pace, con rinovatione d'amicitia trà Velletrani, e Romani, ''Nec à Volscis pacata sunt omnia, et Obsessisq. Velletris, et a Vallo circumdatis, toto agro potitus Urbem ipsam parabat invadere, sed cum grandævi Oppidorum supplices progressi pollicerentur se iuxta Regis existimationem, illata damna persoluturos, et fontes dedituros ad supplicium, rebus per inducias restitutis, infædus eos recepit, et amicitiam''. Di Tarquinio Superbo Velletri ne fece poca stima, perche doppo aver questo Rè Tiranno usata una crudeltà incredibile contro Turno Herdonio Coriolano huomo ricco, di gran seguito, e molto esperto nell'arte militare, con farlo gittar dentro una cupa voragine, sotto falso pretesto, ch'egli congiurato havesse contro li Nobili de' Latini, per lo che gli fede da' servi metter di nascosto molt'armi di quelli tempi nel proprio albergo; usato, dico, questo tradimento, voleva il crudele l'amicitia de gl'Hernici, e de' Volsci, et esser di questi Popoli, com'era de' Latini, dichiarato Signore. Tutti gl'Hernici si resero pieghevoli alla tirannia di Tarquinio, ma non già li Volsci, perche da gli'Antiati, et Eccetrani in poi, Velletri con l'altre Città tutte, come libere non fecero conto, ne di Tarquinio, ne del suo Impero, ''Tatquinius gentis Imperio potitus Legatos misit ad Volscos, et Hernicos, eorumquè amicitiam, et societatem expetens, Volscorum duo tantum populi assenserunt, Heccetrani, et Antiates; Hernici universi societatem decreverunt''; questo registra Dionisio. E vero, che nel Consolato Undecimo, essendo Consoli Q. Clelio Siculo, e Tito Largio Flavo, ò l'Anno avanti, volendo Mamilio Ottavio favorire le parti di Tarquinio Superbo suo socero, già discacciato da Roma, procurò la confederatione de molti popoli contro Romani, frà quali vi furono ancora li Velletrani, forse perche Capo di questa sollevatione era il detto Ottavio parente, ò discendente da gli Ottavij di Velletri, alla di cui richiesta fecero i Velletrani quello, che non havevano fatto per un Rè regnante. Tanta era l'autorità di questo Ottavio, che Fenestella dice, che sollevasse trenta Popoli, de' quali egli con Sesto Tarquinio fù fatto Capo; e Dionisio scrive, ''Ex his omnibus populis dilectu iuniorum habito, tantum copiarum contractum, quantum Octavio Mamilio, et Sexto Tarquinio satis visum est, penès quos erat imperium''. Fù disfatta però questa Lega o Sollevatione de' Congiurati, perche si fece una Guerra crudele, nella quale restò morto Marco Valerio fratello del Publicola; Tito Ebutio Maestro de' Cavalieri ne restò ferito; e Mamilio malamente offeso nel petto, e poi ucciso da Tito Herminio; e li Latini, et altri confederati universalmente sconfitti nella Riva del Lago Regillo, ''Tantusque ardor fuit, ut eodem impetu, quo fuderant hostes Romani Castra caperent. Hoc modo ad lacum Regillum pugnatum est'', nel fine del racconto dice Livio. Questo Ottavio Mamilio, se bene era primate trà Latini, con tutto ciò era Volsco di Natali, perche era descendente da Telegono figlio d'Ulisse, e Circe, generato, et allevato nell'isola Aeea, detta poi Circeio dalla suddetta Circe, cosi vuole Ditte Cretense, ''Per id tempus Telegonus, quem Circe editum ex Ulisse apud Æææm Insulam educaverat''; e da questo figlio fù per sinistro caso Ulisse inavedutamente ucciso.
 
Nel Consolato <small>XV.</small> Aulo Virginio, e Tito Veturio, li Volsci, e particolarmente li Velletrani, ò perche i Romani non volsero restituirgli il Contado preso l'Anno avanti, ò per abbassare gl'avanzamenti della Republica, fecero nuova, e numerosa levata di gente, quando li Sabini, e gl'Equi facevano per altra parte l'istesso; e mentre s'incaminavano all'impresa, s'oppose à quelli Veturio; et à nostri Virginio, che se ben era di numero de Soldati inferiore con tutto ciò, senza dar tempo à più grave apparecchio, andò veloce ad incontrar il campo de' nostri, havendo prima dato il guasto alla Campagna. Si venne à giornata, e perche li Volsci erano Superiori di forze (ma inferiori di fortuna) beffeggiavano li Romani, nulla stimando l'Armi nemiche; anzi tenendo certa la vittoria dal canto loro, stavano accampati senz'ordine. Ciò visto, e considerato da' Romani, scorgendoli ancor fermi, e pigri, senza punto allestirsi alla pugna, come non aspettassero l'impeto nemico, e si fossero scordati della solita bravura, gli corsero repentinamente addosso, che fatti vili, e codardi voltarono al nemico, che feriva, le spalle, e corsero fuggendo per ricovero, e scampo à Velletri. Li Romani più freschi, aiutati dalla Sorte, che gl'acompagnava, con maggior vigore li seguitavano, et entrando con meschianza e vincitori, e vinti, e Romani, e Volsci, in Velletri, fecero più cruda strage, che nel Campo fatta non havevano, et à quelli solamente si condonò la vita, che gettate l'armi in terra, ricorrevano alla pietà Romana. Fù in quella guerra tolto il territorio Veliterno, perdita di gran consideratione, et alla Città fatta Colonia, furono mandati nuovi habitatori, non sò se per uccisione fatta de' Soldati Cittadini, ò per tenere la Città in freno.