Pagina:Otello - La tempesta - Arminio e Dorotea, Maffei, 1869.djvu/308: differenze tra le versioni

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<poem>
<!--testo-->
{{Sc|antonio.}}
Riposate, o Signor, noi veglieremo
Fra tanto a vostra sicurtà.

{{Sc|alonso.}}
Mercede,
Nobili amici miei! Qual sonnolenza
Strana è la mia?
{{smaller|(Alonso si addormenta. Parte Ariele.)}}
{{Sc|sebastiano.}}
Mirabile non parti
Questo letargo che li prese?

{{Sc|antonio.}}
Il clima
Debb’esserne cagion.

{{Sc|sebastiano.}}
Ma perchè gli occhi
A noi pur non si chiudono? Non provo
Senso alcuno io di sonno.

{{Sc|antonio.}}
Anch’io. Son desti
Tutti i miei spirti: ma costor di colpo
Caddero sul terren quasi ad un dato
Segnal, quasi dal fulmine atterrati:
Che far non si potrebbe in tal momento,
Principe!... Ma non più.... Però mi sembra
Spiar nel volto tuo ciò che potresti,
Volendo, diventar.... Non ti favella
L’occasïon?... Già scendere sul capo,
Nel mio potente immaginar, ti veggo
La corona dei re.
</poem><span class="SAL">63,3,Farox84</span>