Trattato de' governi/Libro quarto/III: differenze tra le versioni

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Ma io vo’ disputare alquanto con chi confessa la vita virtuosa essere la desiderabilissima, ma che non conviene nell’uso d’essa virtù, e vo’ dire le ragioni dell’una parte e dell’altra. Dall’una sono dannati li magistrati civili, come da chi stima la vita d’uno uomo libero esser diversa da quella di chi amministra le cure civili; e così la prima vita essere la desiderabilissima. Dall’altra si tiene in contrario per ottima vita questa altra, con allegare che egli è impossibile cosa a farsi bene da chi non fa nulla, e che la buona operazione, e la felicità è una cosa medesima. E certamente che l’una parte, e l’altra dice bene, e non dice bene. Dice bene quella che afferma la vita d’un uomo libero essere migliore di quella di chi governa violentemente. E ciò è vero, imperocchè e’ non è cosa alcuna generosa a usare il servo, come servo; perchè il comandamento delle cose necessarie non ha in sè cosa alcuna d’onesto.