Trattato de' governi/Libro terzo/VII: differenze tra le versioni

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Ma egli è ben dubbio di chi debba essere padrone nelle città, e il popolo, dico, o li ricchi, o li buoni, o un solo, che sia sopra di tutti gli altri per virtù eccellente, o il tiranno. E tutte le cose dette, pare che abbino non picciola difficoltà. Imperocchè se li poveri, per essere più di numero, si distribuissino i beni de’ ricchi, questa cosa non sarebbe ingiusta: perchè ella parrebbe fatta giustamente a chi fosse padrone del governo. Ma ella sarebbe (a dire il vero) la maggiore ingiustizia, che sia al mondo. E di nuovo pigliando tutto il popolo, se li più si distribuissino li beni di quei, che sono manco di numero, egli è chiaro, ch’ei distruggerebbono la città: ma la virtù non distrugge chi l’ha, nè il giusto è della città distruttivo.