Trattato de' governi/Libro terzo/III: differenze tra le versioni

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Dopo le cose dette conseguita a farsi considerazione se e’ si debba porre che la virtù dell’uomo buono, e del cittadino buono sia la medesima o no, e se tale dubbio merita d’esser considerato. Imprima è da avvertire quella del cittadino alquanto in figura. Così adunque come il marinajo è uno della compagnia della nave, parimente è da dire, che il cittadino sia uno della compagnia della città. Ma dei marinai ancora che gli esercizî infra loro sieno di più sorti, perchè l’uno vi sta al remo, l’altro al timone, e l’altro alla prua, e così discorrendo, chi vi ha uno, e chi un altro nome; contuttociò è manifesto, che la difinizione esatta di ciascuno d’essi è cavata dalla propria virtù di ciascuno. E che medesimamente una difinizione comune s’adatta a tutti essendo l’ufficio universale di tutti quanti la salvazione della nave. Che questo è il fine, che tutti vogliono.