Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/430: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1116}}-->nuovamente da’ participi nelle lingue figlie della latina, non hanno ordinariamente se non la forza del positivo latino. Vedi p. {{ZbLink|2022}}.
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1116}}-->nuovamente da’ participi nelle lingue figlie della latina, non hanno ordinariamente se non la forza del positivo latino. Vedi p. {{ZbLink|2022}}.


Questa facoltà de’ continuativi, è una delle bellissime facoltà, non ancora osservata, con cui la lingua latina diversificando regolarmente i suoi verbi e le sue parole, le adattava ad esprimere con precisione le minute differenze delle cose, e traeva dal suo fondo tutto il possibile partito, applicandolo con diverse e stabilite inflessioni e modificazioni a tutti i bisogni del linguaggio; e si serviva delle sue radici per cavarne molte e diverse significazioni, distintissime, chiare, certe, e senza confusione; e moltiplicava con sommo artifizio e poca spesa la sua ricchezza, e accresceva la sua potenza. Questa facoltà manca alla lingua italiana, la qual pure si è fatti i suoi nuovi verbi frequentativi e diminutivi, formandoli da’ verbi originarii con modificazioni di desinenza. Verbi derivati, che ora hanno la sola forza frequentativa, come appunto ''spesseggiare'' e ''pazzeggiare, passeggiare'' ec. ''punteggiare'', da ''punto'' o da ''pungere'' ec. ora la sola diminutiva, come ''tagliuzzare, sminuzzolare, albeggiare '' <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1117}} (formato però non da altro verbo, ma da nome, come altri pure de’ precedenti; che cosí pure usa felicemente l’italiano): vedi in questo proposito p. 1240-42. e nota che i verbi in ''eggiare'', par che almeno talvolta abbiano un valore effettivamente continuativo, come ''fronteggiare, scarseggiare'' e molti, ma molti altri, e in diversi sensi ''continui'', ben distinguibili dal ''frequente'' e dal diminutivo: ''biancheggiare, rosseggiare'', neutri ec., ''arsicciare'' (siccome in lat. ''ustulare'', che anche i latini hanno i loro verbi puramente diminutivi); ora l’una e l’altra insieme al modo de’ verbi latini in ''itare'', come ''canticchiare, canterellare, formicolare'' ec (Vedi il {{AutoreCitato|Monti}} a questa voce, e alla Vedi frequentativo). E di altre tali formazioni di verbi e d’altre voci; formazioni arditissime, utilissime a significare le differenze delle cose, e<section end=2 />
Questa facoltà de’ continuativi è una delle bellissime facoltà, non ancora osservata, con cui la lingua latina diversificando regolarmente i suoi verbi e le sue parole, le adattava ad esprimere con precisione le minute differenze delle cose e traeva dal suo fondo tutto il possibile partito, applicandolo con diverse e stabilite inflessioni e modificazioni a tutti i bisogni del linguaggio; e si serviva delle sue radici per cavarne molte e diverse significazioni, distintissime, chiare, certe e senza confusione; e moltiplicava con sommo artifizio e poca spesa la sua ricchezza e accresceva la sua potenza. Questa facoltà manca alla lingua italiana, la qual pure si è fatti i suoi nuovi verbi frequentativi e diminutivi, formandoli da’ verbi originarii con modificazioni di desinenza. Verbi derivati, che ora hanno la sola forza frequentativa, come appunto ''spesseggiare'' e ''pazzeggiare, passeggiare'' ec., ''punteggiare'', da ''punto'' o da ''pungere'' ec.; ora la sola diminutiva, come ''tagliuzzare, sminuzzolare, albeggiare '' <span class="SAL">430,3,Alex brollo</span><section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1117}} (formato però non da altro verbo, ma da nome, come altri pure de’ precedenti, che cosí pure usa felicemente l’italiano): vedi in questo proposito p. {{ZbLink|1240}}-{{ZbLink|1242|visualizza='''42'''}} e nota che i verbi in ''eggiare'', par che almeno talvolta abbiano un valore effettivamente continuativo, come ''fronteggiare, scarseggiare'' e molti, ma molti altri, e in diversi sensi ''continui'', ben distinguibili dal ''frequente'' e dal diminutivo; ''biancheggiare, rosseggiare'', neutri ec., ''arsicciare'' (siccome in lat. ''ustulare'', che anche i latini hanno i loro verbi puramente diminutivi); ora l’una e l’altra insieme al modo de’ verbi latini in ''itare'', come ''canticchiare, canterellare, formicolare'' ec. (vedi il {{AutoreCitato|Vincenzo Monti|Monti}} a questa voce, e alla voce ''frequentativo''). E di altre tali formazioni di verbi e d’altre voci; formazioni arditissime, utilissime a significare le differenze delle cose e<span class="SAL">430,3,Alex brollo</span><section end=2 />