Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/400: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1076}}-->questa medesima facoltà sia neppur oggi perduta (giacché sarebbe ridicolo l’impedire di fare altri composti simili ec) né che la nostra lingua non ci abbia attitudine; e neppure che non si possano estendere oltre al burlesco o familiare, giacché il burlesco o familiare di questi composti deriva non tanto dalla composizione quanto dalla natura delle voci che li formano. Ma altre voci, purché fosse fatto con giudizio e senza eccesso <span class="SAL">400,3,Alex brollo</span><section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1077}} di lunghezza, né forzatura delle parti componenti, si potrebbero benissimo comporre allo stesso modo, senza toglier nulla alla gravità, né indurre nessuna apparenza di buffonesco o di plebeo. E cosí fece giudiziosamente il {{AutoreCitato|Melchiorre Cesarotti|Cesarotti}} nell’''{{TestoCitato|Iliade}}'', e credo anche nell’Ossian. ''{{AutoreCitato|Omero|Omero}}, {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}, e tutti i grandi formano nomi dalle cose. {{AutoreCitato|Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano}}, e tutti i grammatici l’approvano; quando calzino appunto, come qui, dove Tiberio schernisce la cinquannaggine che Gallo voleva, de’ magistrati''. {{AutoreCitato|Chiaro Davanzati|Davanzati}} (''Annali'' di {{TestoCitato|Publio Cornelio Tacito|Tacito}}, lib. II, c. 36, postilla 23), in proposito del verbo ''incinquare'' da lui formato per rendere il latino ''quinquiplicare'' di Tacito (23 maggio 1821). Era però già stato usato da {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}.
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1076}}-->questa medesima facoltà sia neppur oggi perduta (giacché sarebbe ridicolo l’impedire di fare altri composti simili ec) né che la nostra lingua non ci abbia attitudine; e neppure che non si possano estendere oltre al burlesco o familiare, giacché il burlesco o familiare di questi composti deriva non tanto dalla composizione quanto dalla natura delle voci che li formano. Ma altre voci, purché fosse fatto con giudizio e senza eccesso <span class="SAL">400,3,Alex brollo</span><section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1077}} di lunghezza, né forzatura delle parti componenti, si potrebbero benissimo comporre allo stesso modo, senza toglier nulla alla gravità, né indurre nessuna apparenza di buffonesco o di plebeo. E cosí fece giudiziosamente il {{AutoreCitato|Melchiorre Cesarotti|Cesarotti}} nell’''{{TestoCitato|Iliade}}'', e credo anche nell’Ossian. ''{{AutoreCitato|Omero|Omero}}, {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}, e tutti i grandi formano nomi dalle cose. {{AutoreCitato|Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano}}, e tutti i grammatici l’approvano; quando calzino appunto, come qui, dove Tiberio schernisce la cinquannaggine che Gallo voleva, de’ magistrati''. {{AutoreCitato|Chiaro Davanzati|Davanzati}} (''Annali'' di {{AutoreCitato|Publio Cornelio Tacito|Tacito}}, lib. II, c. 36, postilla 23), in proposito del verbo ''incinquare'' da lui formato per rendere il latino ''quinquiplicare'' di Tacito (23 maggio 1821). Era però già stato usato da {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}.