Pagina:Arabella.djvu/197: differenze tra le versioni

m Ha protetto "Pagina:Arabella.djvu/197": Bot: protezione pagine rilette ([edit=autoconfirmed] (infinito) [move=autoconfirmed] (infinito))
Luigi62 (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 7: Riga 7:
Per quanto egli guardasse dentro di sè non gli riusciva di vederne il motivo; ma tutte le volte che il discorso cadeva naturalmente o era condotto da altri a nominare la signora Arabella, il ragazzo (e a vent’anni egli si sentiva un vero ragazzo) procurava di uscirne presto, o di dargli un’altra piega, qualche volta le fiamme gli uscivano dal viso, o socchiudeva gli occhi, come fanno certi timorati di Dio, quando sono costretti a guardare in faccia a una bella creatura.
Per quanto egli guardasse dentro di sè non gli riusciva di vederne il motivo; ma tutte le volte che il discorso cadeva naturalmente o era condotto da altri a nominare la signora Arabella, il ragazzo (e a vent’anni egli si sentiva un vero ragazzo) procurava di uscirne presto, o di dargli un’altra piega, qualche volta le fiamme gli uscivano dal viso, o socchiudeva gli occhi, come fanno certi timorati di Dio, quando sono costretti a guardare in faccia a una bella creatura.
Da solo a solo, specialmente di notte, quando si svegliava in mezzo a un sogno lusinghiero, si compiaceva di contemplarla nel buio, a occhi aperti. Capiva che era una sciocchezza, una baia, un passatempo poetico, ma nella sua povertà e nella sua miseria di spirito questa bella immagine signorile teneva il posto che una Madonna dipinta tiene sopra un povero altare di campagna: finchè si abituò a riporre la bella visione tra le squallide idee della sua vita di mortificazioni e di stenti con quella devozione con cui la Nunziadina teneva riguardata nelle logore pagine della sua ''Filotea'' una splendida immagine di pizzo a fondo d’oro, a cui dava ogni tanto un’occhiata per far belli gli occhi.<span class="SAL">197,4,Adriana</span>
Da solo a solo, specialmente di notte, quando si svegliava in mezzo a un sogno lusinghiero, si compiaceva di contemplarla nel buio, a occhi aperti. Capiva che era una sciocchezza, una baia, un passatempo poetico, ma nella sua povertà e nella sua miseria di spirito questa bella immagine signorile teneva il posto che una Madonna dipinta tiene sopra un povero altare di campagna: finchè si abituò a riporre la bella visione tra le squallide idee della sua vita di mortificazioni e di stenti con quella devozione con cui la Nunziadina teneva riguardata nelle logore pagine della sua ''Filotea'' una splendida immagine di pizzo a fondo d’oro, a cui dava ogni tanto un’occhiata per far belli gli occhi.
<span class="SAL">197,4,Adriana</span>