Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/329: differenze tra le versioni

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{{ZbPensiero|983/2}} Un nostro missionario (cioè italiano) il p. Paolino da S. Bartolomeo, mostrò l’affinità della lingua tedesca con una lingua indiana non solo, ma che da una lunga serie di secoli ha cessato di essere vernacola, con la samscrdamica (cioè sascrita: cosí la nomina anche p. 208. ''samscrdamica'') che è la madre di tutte le lingue delle Indie. Bibliot. Ital. vol. 8. p. 206 (25 aprile 1821).
{{ZbPensiero|983/2}} Un nostro missionario (cioè italiano) il P. Paolino da S. Bartolomeo, mostrò l’affinità della lingua tedesca con una lingua indiana non solo, ma che da una lunga serie di secoli ha cessato di essere vernacola, con la ''samscrdamica'' (cioè sascrita: cosí la nomina anche p. 208. ''samscrdamica'') che è la madre di tutte le lingue delle Indie. Bibliotioteca Italiana vol. VIII, pag. 206 (25 aprile 1821).




{{ZbPensiero|983/3}} Che il verbo latino ''serpo'' sia lo stesso che il greco ἔρπω, è cosa evidente, come pure i derivati, ''serpyllum ''etc. Ma che gli antichi latini, e successivamente il volgo latino, usassero ancora, almeno in composizione, lo stesso verbo senza la <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|984}} ''s'', come in greco, lo raccolgo dal verbo neutro italiano ''inerpicare'' o ''innerpicare'' che significa appunto lo stesso che il greco ἀνέρπω, composto di ἔρπω, cioè ''sursum repo'', come anche ἀνερύζω (Del verbo ἀνέρπω non ha esempio lo Scapula, ma lo spiega ''sursum repo''. Ve n’é però esempio in {{AutoreCitato|Arriano}}, ''Expedit. '' lib.6. c. 10. sect. 6. e nell’indice è spiegato ''sursum serpo''). Il qual verbo siccome non ha radice veruna nella nostra lingua, né nella latina conosciuta, cosí l’ha evidentissima nel detto verbo ἔρπω, dal quale non può esser derivato, se non mediante il latino, cioè mediante l’uso del volgo romano, differente in questo dagli scrittori (25 Aprile 1821).
{{ZbPensiero|983/3}} Che il verbo latino ''serpo'' sia lo stesso che il greco ἔρπω, è cosa evidente, come pure i derivati, ''serpyllum ''etc. Ma che gli antichi latini, e successivamente il volgo latino, usassero ancora, almeno in composizione, lo stesso verbo senza la <span class="SAL">329,3,Alex brollo</span><section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|984}} ''s'', come in greco, lo raccolgo dal verbo neutro italiano ''inerpicare'' o ''innerpicare'' che significa appunto lo stesso che il greco ἀνέρπω, composto di ἔρπω, cioè ''sursum repo'', come anche ἀνερύζω (Del verbo ἀνέρπω non ha esempio lo Scapula, ma lo spiega ''sursum repo''. Ve n’è però esempio in {{AutoreCitato|Arriano}}, ''Expedit. '' lib. VI, c. 10, sect. 6, e nell’indice è spiegato ''sursum serpo''). Il qual verbo, siccome non ha radice veruna nella nostra lingua né nella latina conosciuta, cosí l’ha evidentissima nel detto verbo ἔρπω, dal quale non può esser derivato se non mediante il latino, cioè mediante l’uso del volgo romano, differente in questo dagli scrittori (25 Aprile 1821).




{{ZbPensiero|984/1}} Delle qualità e pregi della lingua Sascrita, Vedi alcune cose estratte da un articolo di Jones nelle Notizie letterarie di Cesena 1791. 24. NoVedi p. {{ZbLink|365}}. colonna 1. Dell’abuso ch’ella fa talvolta de’ composti Vedi ib. p. 363. colonna 2. fine. Abuso simile a quello che ne facevano talvolta gli antichi scrittori, e massime poeti, latini, ma assai maggiore, secondo la natura de’ popoli orientali che sogliono sempre e in ogni genere spingersi fino all’ultimo e intollerabile eccesso delle cose (25 aprile 1821).<section end=2 />
{{ZbPensiero|984/1}} Delle qualità e pregi della lingua sascrita, vedi alcune cose estratte da un articolo di Jones nelle ''Notizie letterarie'' di Cesena 1791, 24 novembre, p. {{ZbLink|365}}, colonna 1. Dell’abuso ch’ella fa talvolta de’ composti Vedi ib., p. 363, colonna 2, fine. Abuso simile a quello che ne facevano talvolta gli antichi scrittori, e massime poeti latini, ma assai maggiore, secondo la natura de’ popoli orientali, che sogliono sempre e in ogni genere spingersi fino all’ultimo e intollerabile eccesso delle cose (25 aprile 1821).<span class="SAL">329,3,Alex brollo</span><section end=2 />