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severamente, son pronta a farne ammenda. Siamo giovani, ci manca l’esperienza... Ma ella troverà sempre ne’ suoi figliuoli amore e indulgenza.
severamente, son pronta a farne ammenda. Siamo giovani, ci manca l’esperienza... Ma ella troverà sempre ne’ suoi figliuoli amore e indulgenza.
Che cosa disse di più? parlava come per incanto, cedendo a una misteriosa suggestione di benevolenza, non accorgendosi (ed è anche questo un vantaggio dei buoni) che nella sua carità abbracciava nel vecchio addolorato anche la causa che lo faceva soffrire.
Che cosa disse di più? parlava come per incanto, cedendo a una misteriosa suggestione di benevolenza, non accorgendosi (ed è anche questo un vantaggio dei buoni) che nella sua carità abbracciava nel vecchio addolorato anche la causa che lo faceva soffrire.
—So che tu sei buona, figliuola, e che non hai coraggio di maledire un povero vecchio. S’io fossi anche cento volte più colpevole, troverei sempre un po’ di compatimento nella mia buona Arabella. Sento che fu Dio che ti ha mandata sulla mia strada. Me ne sono accorto fin dalle prime volte che ti ho incontrata sulla strada delle Cascine. Una voce qua dentro mi disse subito che tu saresti stata la luce della mia vita e della mia casa. Mi parve d’allora di aver trovata per la prima volta la ragione della mia esistenza. Soltanto d’allora cominciai a vivere per qualcheduno, per qualche cosa. Tu hai visto che a questa ragione ho sacrificato molti interessi e molti diritti. Io non fui più io. E ieri sera, quando sono tornato e che non ti ho trovata più, sentendomi quasi giudicato ed esecrato da te, ho provato un tal dolore al cuore che ho creduto di morire. Il pensiero che la gente possa farti del male per cagion mia non mi lascia più dormire la notte: è una vita troppo di tormento che mi farà morire. E pazienza! ma non dirmi che mi vuoi male, che mi disprezzi...—
— So che tu sei buona, figliuola, e che non hai coraggio di maledire un povero vecchio. S’io fossi anche cento volte più colpevole, troverei sempre un po’ di compatimento nella mia buona Arabella. Sento che fu Dio che ti ha mandata sulla mia strada. Me ne sono accorto fin dalle prime volte che ti ho incontrata sulla strada delle Cascine. Una voce qua dentro mi disse subito che tu saresti stata la luce della mia vita e della mia casa. Mi parve d’allora di aver trovata per la prima volta la ragione della mia esistenza. Soltanto d’allora cominciai a vivere per qualcheduno, per qualche cosa. Tu hai visto che a questa ragione ho sacrificato molti interessi e molti diritti. Io non fui più io. E ieri sera, quando sono tornato e che non ti ho trovata più, sentendomi quasi giudicato ed esecrato da te, ho provato un tal dolore al cuore che ho creduto di morire. Il pensiero che la gente possa farti del male per cagion mia non mi lascia più dormire la notte: è una vita troppo di tormento che mi farà morire. E pazienza! ma non dirmi che mi vuoi male, che mi disprezzi...—
—Io?— uscì fuori a dire con voce esaltata Arabella, ritraendosi un poco colla persona.
— Io? — uscì fuori a dire con voce esaltata Arabella, ritraendosi un poco colla persona. Egli afferrò le mani di lei e tenendola così prigioniera: — Tutto si spezza nelle mie mani — continuò — tutto si<span class="SAL">378,4,Gimilzor</span>
Egli afferrò le mani di lei e tenendola così prigioniera:
—Tutto si spezza nelle mie mani—, continuò —tutto si