Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/29: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|479}}-->cagione). Perchè? Perché nel primo caso le illusioni restano, nel secondo svaniscono, e vi sono intieramente annullate e strappate a viva forza. La persona amata, dopo la sua morte, sussiste ancora tal qual’era e cosí amabile come prima, nella nostra immaginazione. Ma nell’altro caso, la persona amata si perde affatto, sottentra un’altra persona, e quella di prima, quella persona amabile e cara, non può piú sussistere neanche per nessuna forza d’illusione, perché la presenza della realtà, e di quella stessa persona trasformata per malattia cronica, pazzia, corruttela di costumi ec. ec. ci disinganna violentemente, e crudelmente: e la perdita dell’oggetto amato non è risarcita neppur dall’immaginazione. Anzi neanche dalla disperazione, o dal riposo sopra lo stesso eccesso del dolore, come nel caso di morte. Ma questa perdita è tale, che il pensiero e il sentimento non vi si può adagiar sopra in nessuna maniera. <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|480}} Da ogni lato ella presenta acerbissime punte (8 gennaio 1821).
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|479}}-->cagione). Perché? Perché nel primo caso le illusioni restano, nel secondo svaniscono, e vi sono intieramente annullate e strappate a viva forza. La persona amata, dopo la sua morte, sussiste ancora tal qual’era, e cosí amabile come prima, nella nostra immaginazione. Ma nell’altro caso, la persona amata si perde affatto, sottentra un’altra persona, e quella di prima, quella persona amabile e cara, non può piú sussistere neanche per nessuna forza d’illusione, perché la presenza della realtà e di quella stessa persona trasformata per malattia cronica, pazzia, corruttela di costumi ec. ec., ci disinganna violentemente, e crudelmente, e la perdita dell’oggetto amato non è risarcita neppur dall’immaginazione, anzi neanche dalla disperazione o dal riposo sopra lo stesso eccesso del dolore, come nel caso di morte. Ma questa perdita è tale, che il pensiero e il sentimento non vi si può adagiar sopra in nessuna maniera. <span class="SAL">29,4,Luigi62</span><section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|480}} Da ogni lato ella presenta acerbissime punte (8 gennaio 1821).




{{ZbPensiero|480/1}} Che il nostro ''pensare'' non sia altro che il ''pensare ''latino, perduto il significato proprio, e conservato il metaforico di ''ponderare col pensiero'', come appunto il ''ponderare'' latino e italiano oggidí non ritiene se non la significazione traslata di ''considerare'' o ''meditare''<nowiki>; e come gli antichi latini adoperassero veramente il loro </nowiki>''pensare'' in maniera similissima alla presente italiana, vedilo in una nota dell’Heinsio a Velleio II, 129, sect. 2. Consulta ancora il Forcellini, e l’Appendice.
{{ZbPensiero|480/1}} Che il nostro ''pensare'' non sia altro che il ''pensare'' latino, perduto il significato proprio e conservato il metaforico di ''ponderare col pensiero'', come appunto il ''ponderare'' latino e italiano oggidí non ritiene se non la significazione traslata di ''considerare'' o ''meditare'', e come gli antichi latini adoperassero veramente il loro ''pensare'' in maniera similissima alla presente italiana, vedilo in una nota dell’{{AutoreIgnoto|Heinsio}} a {{AutoreCitato|Velleio Patercolo|Velleio}} II, 129, sect. 2. Consulta ancora il {{AutoreCitato|Egidio Forcellini|Forcellini}}, e l’Appendice.




{{ZbPensiero|480/2}} ''Naturale'' nella maniera che noi ed i francesi lo sogliamo adoperare frequentemente: ''é naturale che questo succeda; il est bien naturel'' ec. si adoperava anche in latino, sebbene i Lessicografi non l’abbiano osservato (né il Forcellini, né l’Appendice). Asconio ''in Orat. contra L. Pison. Argumento: Sed ut ego ab eo ''<section end=2 />
{{ZbPensiero|480/2}} ''Naturale'' nella maniera che noi ed i francesi lo sogliamo adoperare frequentemente, ''è naturale che questo succeda; il est bien naturel'' ec. si adoperava anche in latino, sebbene i lessicografi non l’abbiano osservato (né il Forcellini, né l’Appendice). {{AutoreCitato|Quinto Asconio Pediano|Asconio}} ''in Orat. contra L. Pisonem, Argumento: Sed ut ego ab eo ''<span class="SAL">29,4,Luigi62</span><section end=2 />