Teatro Historico di Velletri/Chi edificasse la Città di Velletri: differenze tra le versioni

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Chi gittasse i fondamenti, e alzasse della Città di Velletri, le prime mura, per la molta antichità di essa, non v'è Autore, ne Scrittore, che ne faccia parola: li danno ben sì titolo d'Antica, Bella, Inclita, Nobile, Celebre, Insigne, Potente Ricca, Populosa , Abbondante, e con altri molti Encomij l'inalzano; ma il primo Fondatore niuno l'assegna. Il nostro Sig. Conte Gioseppe Barsi, persona, che per l'antichità della Patria, hà consumati più giorni, nella compendiosa Descrittione di Velletri data in luce nel 1631, dimostra non haverne potuto trovar il Principio, dal che maggiormente la sua antichità argomenta, come di cosa immemorabile.
 
Si persuadono alcuni Virtuosi, che Velletri sia stata edificata da Atlante Italo, chiamato Kitim, ò Cetim, Pronipote di Noè, Nipote di Iapeto, e Figlio di Iavano, come s'è accennato di sopra; nel principio del Regno di Mancaleo <small>XIV</small>. Rè de gl'Assirij, che fù, come si deduce per la sopputazione di Beroso, <small>DC. LIX</small> Anni, ò con il Samoteo <small>DC. LXX</small>. doppo il Diluvio universale; pensiero, che io stimo di buon fondamento per quanto hò potuto raccogliere da qualche rincontro. Perchè venendo Atlante vittorioso dalla Spagna, e dalla Sicilia, per haverne discacciato Hespero suo fratello; giunto in questo elevato Colle alla falda d'un Monte più vago, e riguardevole di qualsivoglia spatiosa campagna; è da credere, che vi edificasse la Città, e gl'imponesse il nome di Eletra, che così chiamavasi la sua Primogenita, che fù moglie di Corito, e madre di Dardano fondatore di Troia; sicome l'altra figlia chiamata Roma (già s'è accennato di sopra) e in quella guisa, ch'essa vien detta Vesta, Elia, Velia; e Eneti, Veneti, così Eletra, col tempo fù detta Veletra, ò Beletra, che così la chiama Stefano Greco, per essere cosa ordinaria appresso Greci del B, per V, scambievolmente servirsi. Havendo poi Dardano ucciso Iasio suo fratello, per la pretensione, c'haveva nella dignità di Corito (Dionisio è di senso, che Iasio, e fosse senza moglie, ''Iasius mansit celebi'', e che morisse percosso dala fulmine perchè hebb'ardimento di pensare lascivamente in Cerere dicendo ''Iasius fulmine periit attentata Cereris pudicitia'') edificare alcune Colonie nel Latio, se ne fuggì nella Frigia, à cui impose nome Dardania, dal cui sangue per retta Linea hebbe i suoi natali Enea Troiano, come dimostrano l'autorità di Manethone, Archiloco, Dionisio, Vergilio, e con altri molti antichi, e moderni Scrittori, d'Ovidio, che apertamente dice
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Altri belli Ingegni pensano, che Velletri sia stata edificata da Saturno primo habitatore, e fondatore del Latio; sopra di che io vado osservando chi sia questo Saturno, per non caminare in compagnia di molt'altri nella spatiosa strada de gl'errori, e persuadendomi gir sicuro, e veloce, non sia forzato d'arrestar il passo. Saturno nostro dunque non è quel Re Candiotta, ò Cretense, come da molti si presuppone, chiamato per altro nome Aptera, overo Abderide; e vogliono provare il principio, e fondatione delle proprie Patrie con la fuga, e nascondimenti di lui; cosa contraria all'oppinione di molti buoni Scrittori antichi, e moderni; e lontane dall'assignatione de' tempi, perche Saturno Cretense fù nell'età del Ferro, è il nostro Saturno è nell'età dell'Oro, di cui disse Vergilio,
<poem>''Aureus hanc vitam in terris Saturnus agebat''</poem>
come s'è accennato di sopra. Quello cominciò à regnare in Creta nel <small>MMM. DC. XCVIII.</small> del Mondo, <small>D.</small> e più anni Anni doppo la morte di Nino, che fù nel <small>MMM. CXCVII. <small> e regnò, come scrive Eusebio, <small>XLII.</small> Anni, e hebbe per soccessore Lapis; questo fù al tempo di Nino, e venne in Italia à trovar Giano il prim'anno di Semiramide nell'Anno <small>MMM. CXCVIIII.</small> Quello fù persona empia, e scelerata, che s'incredulì contro il Padre, fece guerra à Fratelli, e uccise i proprij Figli. Questo riverì i suoi Maggiori, schivò fuggendo l'ira de' suoi Cugini, e Parenti, e honorò Barzane suo figlio in Armenia, qual fù superato da Nino; e honorò l'altro suo figlio in Italia chiamato Sabo, creandolo Prencipe de' Sabini.