Pagina:Arabella.djvu/118: differenze tra le versioni

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Non tocca a noi scegliere la nostra strada nel mondo. Oh, se così fosse, chi vorrebbe essere ammalato, chi vorrebbe veder morire i suoi figliuoli, chi stentare tutta la vita per morire povero e solo in un ospedale? Se la strada del tuo dovere è diversa da quella che tu avevi scelta, cara figlia della Madonna, non devi dire che Dio s’inganna o che vuol troppo da te. Non è mai troppo il bene che si fa. Difficilmente il nostro dovere va d’accordo col piacer nostro. La croce è dappertutto e per tutti; e dappertutto tu sarai obbligata ad avere della pazienza. Tutti ne dobbiamo avere: tu che stai per entrare nel mondo, io che da quindici anni non esco da questo letto, tuo padre e tua madre che lavorano pei loro figliuoli, colui che semina, colui che raccoglie, chi ha il campo bello, chi lo vede battuto dalla tempesta. Dalla pazienza viene il coraggio e dal coraggio viene l’amore che fa piacere i nostri dolori. Gesù sulla croce non sentiva i chiodi, perchè il suo dolore era immerso nell’amore: e tu non sentirai le spine del tuo sacrificio, perchè nell’amore per tuo marito, per tuo padre, per tua madre, per i tuoi figliuoli, troverai il pagamento di ciò che perdi. E l’anima tormentata a cui volevi consacrare la tua vita ne guadagnerà, perchè ciò che solleva le anime è il sacrificio. Apri il cuore, cara figlia della Madonna,— continuò l’inferma alzando le due mani come se celebrasse un rito —e pensa che ciò che tu soffri in questo momento è ben poco in paragone della disperazione e dell’abbattimento dei tuoi parenti, se tu rifiutassi l’offerta della Provvidenza.—
Non tocca a noi scegliere la nostra strada nel mondo. Oh, se così fosse, chi vorrebbe essere ammalato, chi vorrebbe veder morire i suoi figliuoli, chi stentare tutta la vita per morire povero e solo in un ospedale? Se la strada del tuo dovere è diversa da quella che tu avevi scelta, cara figlia della Madonna, non devi dire che Dio s’inganna o che vuol troppo da te. Non è mai troppo il bene che si fa. Difficilmente il nostro dovere va d’accordo col piacer nostro. La croce è dappertutto e per tutti; e dappertutto tu sarai obbligata ad avere della pazienza. Tutti ne dobbiamo avere: tu che stai per entrare nel mondo, io che da quindici anni non esco da questo letto, tuo padre e tua madre che lavorano pei loro figliuoli, colui che semina, colui che raccoglie, chi ha il campo bello, chi lo vede battuto dalla tempesta. Dalla pazienza viene il coraggio e dal coraggio viene l’amore che fa piacere i nostri dolori. Gesù sulla croce non sentiva i chiodi, perchè il suo dolore era immerso nell’amore: e tu non sentirai le spine del tuo sacrificio, perchè nell’amore per tuo marito, per tuo padre, per tua madre, per i tuoi figliuoli, troverai il pagamento di ciò che perdi. E l’anima tormentata a cui volevi consacrare la tua vita ne guadagnerà, perchè ciò che solleva le anime è il sacrificio. Apri il cuore, cara figlia della Madonna, — continuò l’inferma alzando le due mani come se celebrasse un rito — e pensa che ciò che tu soffri in questo momento è ben poco in paragone della disperazione e dell’abbattimento dei tuoi parenti, se tu rifiutassi l’offerta della Provvidenza.

Un freddo fremito di venerazione scosse Arabella nell’intendere parole che parevano venire da un
Un freddo fremito di venerazione scosse Arabella nell’intendere parole che parevano venire da un<span class="SAL">118,4,OrbiliusMagister</span>