Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli (1920)/XXIII. Tenzoni di rimatori perugini/III. Tenzone tra Attaviano e Neri Moscoli

III. Tenzone tra Attaviano e Neri Moscoli

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III. Tenzone tra Attaviano e Neri Moscoli
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III

TENZONE TRA ATTAVIANO E NERI MOSCOL1

I — ATTAVIANO
Deride la bruttezza dell’amico.

Espaventacchio mostra el tristo volto:
e gli occhie de la gatta, c’hai si guazze,
e ’l corto naso, che serba doi mazze
4dentro da le toi froge, si m’han tolto
da quel piager, che me fieci esser stolto,
quand’io me ’nnamorai de te, che spazze
tutte le strade quando son piú guazze,
8poi che col guizzo tu fèste raccolto.
Ma s’è egli al veder si reversato,
quello, ch’è sciagurato, tristo e folle,
11per che de te se mostra si ’mpacciato?

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Ché la bocc’hai refessa, e tuttor bolle
si, che par un caldai’male schiumato:
e ’l dur li lasse, e tu ten porte el molle.

2 — NERI
Protesta egualmente tutta la sua dedizione all’ingiuriatore.

Non me pòi spaventar, ch’io son pur vólto
verso de te come germane a guazze:
si, ch’io non temo parole né mazze,
4che da volerte piacer sia mai tolto.
E de ciò savio me tegno, non stolto,
per ciò che vizio ciascun da te spazze:
poi de belle vertú chiar’e non guazze
8dentro dal tuo giardin fai gran raccolto.
Ma tu m’hai el cappel si reversato,
però ch’io sono estato alquanto folle
11e de malvagio volere ’mpacciato.
E lo tuo cor, che ’n foco d’Amor bolle,
lo ver parlando, m’ha’n ciò si schiumato,
14ch’io serò sempre duro e non mai molle.
Ma pur, se andar cherendo me fai l’ésca,
lo blasmo è tuo, s’io fo quel, che te ’ncresca.