Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana/Battaglia - Combattimento - Fatto d'arme

Battaglia - Combattimento - Fatto d'arme

../Barba - Radice ../Bravura - Coraggio - Valore IncludiIntestazione 5 gennaio 2020 100% Da definire

Barba - Radice Bravura - Coraggio - Valore
[p. 21 modifica]

BATTAGLIA - COMBATTIMENTO - FATTO D'ARME.


Lasciando da parte molte significazioni particolari e pressochè tutte disusate della voce battaglia, e considerandola come denotante l’azione di due eserciti nemici alle mani, essa differisce da combattimento in questo, che non si adopera da’ pratici se non quando uno almeno de’ due eserciti ha le principali sue forze raccolte ed ordinate a combattere, e quando essa battaglia decide la somma delle cose. Le battaglie, dice un gran mastro di guerra1, danno e tolgono i regni, pronunziano le sentenze inappellabili fra’ potentati, danno la pace ai popoli, e l’immortalità ai capitani. Che se uno dei due eserciti combatte alla sprovveduta e senz’ordine, se non ha sul campo tutto il [p. 22 modifica]nerbo delle forze, se dopo d’aver combattuto rimane la guerra nello stesso stato di prima, allora l’azione dei due eserciti che son venuti alle mani, quantunque grande e sanguinosa sia stata, non può chiamarsi battaglia, ma sì combattimento.

Per avvalorare con manifesti esempi l’accennata differenza, ricorderò le guerre moderne, che più stanno nella memoria dell’universale. La guerra de’ francesi in Italia nella primavera del 1800 s’apri col combattimento alla Chiusella, e terminò colla memorabile battaglia di Marengo. Nella guerra del 1805 tra Francia e Lamagna non v’ebbe altra battaglia giusta ed ordinata, che quella d’Osterlizza; tutti gli altri fatti, de’ quali è piena quella famosa campagna furono affronti, scaramucce e combattimenti: quella del 1806 tra Francia e Prussia incominciò colla battaglia di Jona, dopo la quale, essendo rimasto disfatto uno degli eserciti, non v'ebbe più che affronti e combattimenti. Dopo la battaglia di Lipsia, l’anno 1813, l’esercito francese in piena ritirata si scontrò sulla via d’Hanau coll’esercito bavaro, che gli abbarrava arditamente il passo a riparare in Francia; le truppe vennero quivi alle mani, la mischia fu [p. 23 modifica]ostinata e sanguinosa, i francesi passarono oltre sui cadaveri dei vinti, e giunsero a salvamento; e questo gravissimo fatto prese solamente il nome di combattimento, perchè uno dei due eserciti non aveva tutte le sue forze ordinate a combattere, e perchè non decise la somma delle cose già risolute nella pianura di Lipsia.

Nè creda il lettore che questa accurata distinzione sia de’ moderni, e fatta da altri popoli, che abbiano sudato più di noi sui campi delle battaglie: essa è antica in Italia, alla quale mancarono prima l’armi proprie, e le occasioni, che le voci guerriere, e le militari istituzioni. Leggiamo nelle storie fiorentine di Benedetto Varchi:

«Dopo molti piuttosto affronti e combattimenti, che battaglie e giornate.»

Ed il Bentivoglio nella sua istoria delle guerre di Fiandra con mirabile esattezza d’espressione dice:

«Durò molte ore questo combattimento maggiore assai di semplice scaramuccia, ma inferiore di molto al termine di battaglia

Fatto d’arme è vocabolo generico d’ogni fazione d’armi e di guerra, dalla battaglia sino al duello; ma dalla gente militare si usa sempre [p. 24 modifica]in significato onorevole, quasi a magnificare un’azione, cui la voce battaglia o quella di giornata non potesse per le surriferite condizioni convenire. Cosi la difesa dei trecento alle Termopile è il più bel fatto d’arme dell’antichità, e l’abbattimento de’ tredici a Trani è uno de’ più bei fatti d’arme della storia italiana moderna.

Ma la lingua militare d’una nazione è splendido retaggio del suo valor guerriero; le autorità e le consuetudini di questa lingua sono tutte dall’armi e fra l’armi; invecchia nell’ozio, arrugginisce nella servitù, e non può essere autenticata, che dalle vittorie: quindi è che gli italiani abbandonarono da tre secoli in quà le loro voci militari solenni ai poeti da piazza, ed ai declamatori da teatro, i quali ne trascurarono il valore, e ne disformarono la proprietà. I piemontesi per altro ricordano con orgoglio la battaglia di Guastalla, il fatto d’arme dell'Assietta, ed il combattimento a Mondovì.

Note

  1. *Montecuccoli aforismi dell'arte bellica