Saggio di rime devote e morali/Mira dal ciel, ov'hai, cred'io, ricetto
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MIra dal ciel, ov’hai, cred’io, ricetto,
Illustre Genitor, questa Donzella,
Che dall’Arcier Divin ferito il petto,
4Ratta fuggissi in solitaria cella;
E in questo giorno il Sacrificio eletto
Saggia or compie, e si fa ognor più bella
Agli occhi del Signor, cui tanto piacque,
8Che in isposa la scelse allor che nacque,
Mirala, dissi, in giovanetta etade
Da forte superar suoi fier nemici,
E ciò che più avvelena, e persuade
12Di Donna il core con infausti auspici.
Gli alti natali, e tutte l’altre strade
Che a lei s’aprir per trar suoi dì felici,
Generosa disprezza, e fa suo vanto
16Aver per sempre il Crocifisso a canto.
Ed oh! quale a provar tu avrai contento
Oggi in veder l’avventurata Figlia
Trionfatrice nel fatal cimento
20Che i più forti a temer spesso consiglia.
Benedirai ben cento volte, e cento
Colei, che ti fu Sposa, a cui somiglia
Ne’ bei pregi dell’alma, e nel candore
24Di un sempre giusto, ed illibato core.
Oh! lei felice, oh! lei beata appieno,
Che al Mondo ingannator volse le spalle,
E benchè lungi dal materno seno
28Tener seppe il cammin del dritto calle;
E a’ profani pensier già posto il freno,
Passa i suoi giorni in questa oscura valle
Quasi Angioletta in mortal velo avvolta,
32D’ogni inciampo terren libera, e sciolta.
Ah! tu dal ciel la benedisci intanto,
Ch’ella vola a compir la bella impresa.
E tu, Vergine, che il nuzial manto
36Vestisti, e al Nazaren cara sei resa,
In quella che ne adempj il rito santo,
Guarda con teco aver la lampa accesa;
E va poi lieta ad incontrar lo Sposo
40Che ti attende all’Altar fido, e amoroso.
Nè già temer di tre nemici alteri
Il bieco guardo, ed il crudel sembiante,
Sien pur quant’esser ponno iniqui, e fieri,
44Non temer, sendo al tuo Signor costante.
Quando t’affidi a lui, quando in lui speri,
Lo stuolo empio vedrai d’orror tremante
De’ sacri voti all’esibir tuo solo
48Giù negli Abissi rintanarsi a volo.
Portati col pensier là in Terebinto
U’ il Filisteo Gigante urta, e fracassa,
Che tutto lo Israel ne ha già respinto;
52E l’atterrisce, e senza speme il lassa.
Già crede lui vedere in ceppi avvinto,
Dappoichè in mole ogni uomo oltre sorpassa,
Come i minori poggi altero monte,
56Che le nubi minaccia colla fronte.
Sceglie però delle battaglie il Dio
Tenero Pastorel di fionda armato
A domar di colui l’orgoglio rio,
60Ed a fargli incontrar l’ultimo fato.
Così il figliuol d’Isai umile, e pio
Nel santo del Signor nome affidato,
Scaglia il colpo fatal, che al rio fellone
64Spezza la fronte, e fra gli estinti il pone.
Ma già vicina è de’ trionfi tuoi
L’ora prescritta, e per te sol dal cielo
Scende lo stuol de’ Francescani Eroi
68Ammirator di sua virtute, e zelo:
D’Assisi il Serafin co’ Figli suoi
Te pur assiste, e vuol del bruno velo
Ornarti il capo, e la giurata fede
72Del Crocifisso Amor deporre al piede.
Vergini, voi che a lei compagne siete,
E al Dio d’Abramo pria di lei già spose,
Itene seco, e s’unqua la vedete
76Ebra languir d’amor, pur voi pietose
A folcirne l’ardor su lei spargete
Nembo di gigli, di viole, e rose,
Finchè al dolce sopor tolta dapoi
80Ella ritorni a respirar con voi.
Ma tu, mio canto rozzo pur qual sei,
L’eccelsa Donna a ritrovare andrai:
Diraile che a encomiar suoi pregi bei
84D’altri carmi vi ha d’uopo, e che tu il sai;
Che di troppo il suo merto eccede in lei,
Che d’estro il buon Cantor scarseggia assai;
Ma che accetti il desire, e quindi poi
88Riverente ti prostra a’ piedi suoi.