Rime varie (Alfieri, 1903)/LXXX. Era l'ora del giorno in cui l'estive

LXXX. Era l'ora del giorno, in cui l'estive

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LXXX. Era l'ora del giorno, in cui l'estive
LXXIX. Fido destriero mansueto e ardente LXXXI. Te chiamo a nome il dì ben mille volte

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LXXX.

Era l’ora del giorno, in cui l’estive
Aure infocate dal Leon celeste
Han lor saette, al passegger moleste,
Per l’imminente notte assai men vive;

Quand’io, com’uom che tutto in altri vive,
Pieno il pensier d’immagini funeste,
Venía soletto cavalcando, e meste
Le luci alzava non di pianto prive.

Ver l’austro io muovo; a destra ultimi raggi
Mi manda il Sole a dipartirsi tardo;
Cinzia da manca invia già i suoi messaggi:

Ecco in mezzo del ciel, ratto, gagliardo
Un lume... Oh vista, che lo cor m’irraggi!
Tu se’ colei ch’io veggio, ovunque io sguardo.